"Il clima di fiducia dei
lavoratori dipendenti altoatesini sembra delineare uno scenario
peggiore di quanto facciano i reali dati dell'economia, il che è
espressione di un elevato livello di incertezza". Lo afferma il
direttore dell'Istituto promozione lavoratori, Stefan Perini,
sulla base dei dati dell'indagine autunnale del Barometro Ipl,
nella quale sei dei sette indicatori di sentiment puntano al
ribasso.
Pur se "il bilancio intermedio per il 2023 risulta
soddisfacente per l'economia altoatesina", esso "mostra già i
primi segni di debolezza", avverte l'Ipl che avverte: "I segnali
di un rallentamento economico non possono essere ignorati. Il
commercio estero dell'Alto Adige si è indebolito nel secondo
trimestre del 2023. Il volume del credito a luglio è diminuito
per la prima volta (meno 0,3% su base annua), soprattutto per le
imprese (meno 1,1%). Infine, non vi è la certezza che la
dinamica positiva dell'occupazione continui ancora a lungo".
A partire dalla pandemia, ricorda l'Istituto, gli indicatori
di fiducia del Barometro Ipl hanno iniziato a oscillare in
misura maggiore rispetto a quanto successo nei dieci anni
precedenti. Negli ultimi tre anni i lavoratori altoatesini hanno
insomma vissuto una "montagna russa di emozioni". "Non sorprende
quindi - secondo l'Ipl - che anche l'indicatore relativo alle
prospettive di sviluppo dell'economia altoatesina nei dodici
mesi a seguire sia nuovamente peggiorato (valore attuale
dell'indice: più 2). I dati sulla disoccupazione dovrebbero
rimanere stabili e il rischio di perdere il lavoro è quasi
inesistente. Allo stesso tempo, le prospettive di trovare un
lavoro equivalente sono peggiorate significativamente per la
seconda volta".
"Il problema numero uno - prosegue l'analisi - resta la
sofferenza dei bilanci delle famiglie lavoratrici. Il 37% dei
lavoratori di-pendenti dichiara di avere difficoltà ad arrivare
a fine mese perché i soldi non bastano. La situazione in ogni
caso rimane tesa (valore dell'indice: meno 10). Per quanto
riguarda le opportunità di risparmio, il 48% degli intervistati
prevede di poter accantonare risparmi nei prossimi dodici mesi,
mentre il 52% afferma che ciò non sarà possibile".
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