L'Asl Toscana nord ovest è la prima
Azienda sanitaria a livello nazionale ad approvare un percorso
diagnostico terapeutico assistenziale - sul tumore del colon
retto intercettato dallo screening - in cui si forniscono
indicazioni specifiche legate alla sostenibilità ambientale. Lo
rende noto la stessa Asl spiegando che grazie al lavoro di un
gruppo di lavoro aziendale, durato oltre un anno, è stato
elaborato un modello specifico che contestualizza le linee guida
dello screening rispetto all'organizzazione dell'Asl tenendo
conto delle risorse disponibili e garantendo i livelli
essenziali di assistenza, introducendo per la prima volta in un
percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) alcune
precise indicazioni sull'ecosostenibilità.
Il terzo obiettivo dell'Agenda 2030 dell'Onu, si ricorda
dall'Asl toscana, 'è quello di 'garantire la salute e il
benessere a tutte le persone". I programmi di screening sono in
linea con questi propositi. La sanità "che cura la comunità, e
in questo caso fa azione di prevenzione, finisce però per
contribuire, in maniera anche significativa, alle emissioni che
determinano inquinamento ambientale": "Secondo uno studio
pubblicato dal British Medical Journal, ospedali, cliniche,
fabbriche di apparecchi biomedicali e farmaci sono responsabili
del 4,4% delle emissioni globali di anidride carbonica. Secondo
i dati di Healthcare climate action in Italia fa capo alla
sanità il 4% delle emissioni nazionali". "L'endoscopia digestiva
insieme alla radiologia e alla chirurgia plastica, è tra l'altro
la disciplina con più alto impatto di produzione di rifiuti
spesso non riciclabili per procedura: è stato calcolato che un
servizio di endoscopia ad alto volume (da 13.000 procedure/anno)
produca circa 550 chilogrammi di rifiuti a settimana, riciclati
solo per il 29%". Gli autori del Pdta dell'Asl nord ovest -
Giovanni Finucci, Lidia Di Stefano, Paola Da Massa Carrara,
Raffaele Manta - hanno fatto proprie le indicazioni della
Società endoscopica europea di endoscopia digestiva, che
raccomanda entro il 2050 l'esecuzione di endoscopie digestive a
emissione di Co2 zero, e hanno puntato con decisione
sull'ecosostenibilità. "Nell'organizzazione quotidiana delle
procedure endoscopiche - si spiega - è necessario adottare, come
principio guida, un coinvolgimento di tutto il personale
sanitario nell'applicare la strategia delle 5r: ridurre,
riutilizzare e riciclare, oltre a ricercare e ripensare, sempre
garantendo una endoscopia di qualità".
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