Arrivato in Italia dall'Africa su
un barcone nel 2017 ora è stato nominato rappresentante
sindacale nell'azienda in cui lavora. E' la storia di Ousmane
Diallo, 34 anni originario del Senegal. Nel 2017 è giunto in
Italia a bordo di un barcone, sul quale fu caricato da alcuni
scafisti nordafricani anche se era ammalato: volevano
sbarazzarsene, le sue condizioni di salute si erano aggravate
dopo che da bere gli erano rimaste solo alcune pozze d'acqua. In
Italia, dopo aver fatto anche il meccanico, si è specializzato
nel mondo dell'edilizia.
Recentemente è stato nominato Rsa (rappresentante sindacale
aziendale) per Fillea Cgil nella ditta Marconi, che gli ha
permesso di studiare, sia per cercare di conseguire la licenza
media sia per ottenere le certificazioni più attinenti
all'ambiente dove lavora: come quella per la saldatura e il
patentino per la bonifica dell'amianto. Diallo è un amante della
Maremma, si destreggia bene con la lingua italiana e crede molto
nelle possibilità offerte dal nostro Paese.
"Qua sto molto bene - dice Ousmane - sono contento di essere
stato eletto rappresentante sindacale nell'azienda dove lavoro.
Ci sono anche altri stranieri e troverò il modo di essere la
voce di tutti e far proseguire il buon clima di lavoro che già
c'è". "Ho fatto inizialmente il meccanico per auto e moto -
ricorda -. Oggi lavoro nell'edilizia con un contratto a tempo
indeterminato e mi sto specializzando su ambiente e saldatura.
Sono molto felice di lavorare in Italia. Seguo sempre le vicende
politiche in Senegal, sul mio Paese ripongo sempre molte
speranze. Sono convinto che, come l'Italia, debba andare avanti
e progredire, non tornare indietro". Per Anna Capobussi,
segretaria Fillea Cgil di Grosseto, "Ousmane ci dimostra che
quando viene mostrata la giusta strada, e non quella del
caporalato gli immigrati sono perfettamente in grado di
integrarsi, la normativa però deve dare la possibilità di farlo.
La Bossi-Fini va modificata con urgenza".
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