Si intitola
"Transito" la mostra di Arnold Mario Dall'O (Bolzano 1960) e
Walter Moroder (Val Gardena 1963), visibile al Museo Diocesano
di Massa (Massa Carrara) dal 29 giugno al 6 ottobre.
L'esposizione, spiega una nota, ' l'nnesima tappa di un
percorso che da qualche anno vede il Museo impegnato nel mettere
a confronto arte antica (il museo conserva, tra le altre,
pregevoli opere di Jacopo della Quercia, Felice Palma e Agostino
Ghirlanda), e linguaggi contemporanei. In mostra 11 sculture di
Moroder, tre sculture e otto dipinti di Dall'O e, al netto delle
differenze tecniche, i due artisti condividono punti di vista e
modus operandi e soprattutto una visione dell'arte e della
realtà. Il transito del titolo allude a una condizione che
oltrepassando la concezione d'instabilità e quella di
stanzialità fisica e percettiva, aderisce idealmente a
un'attitudine "nomade", che predispone l'artista a
un'osservazione dinamica, in divenire, che si affranca dai
canoni circadiani e dai connessi parametri spaziali e temporali.
Le opere dell'artista altoatesino sono caratterizzate
dall'orizzontalità partecipativa che coinvolge la realtà e pone
l'osservatore nello stesso contesto paradigmatico, rinunciando a
piedistalli e plinti, optando per un'ideale anti-monumentalità.
Le sue figure, i suoi corpi rifiutano l'esattezza anatomica a
favore di un'ideale umano ancestrale e lo stesso vale per la
fisionomica e gli abiti: sintesi delle forme e contrapposizione
dei volumi a favore di una concezione mnemonica ancestrale della
figura umana. Arnold Mario Dall'O, che torna a Massa dopo che
nel 2017 aveva già esposto le sue opere in una grande mostra a
Palazzo Ducale con l'artista svizzero Urs Lüthi, reinterpreta la
coda lunga del Postmodernismo, rifiutando l'ancoraggio a uno
stile riconoscibile e reiterato a favore di una libertà
espressiva e a un punto di vista in transito.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA