Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.
Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.
In evidenza
In evidenza
Cacciata l'odiata premier Sheikh
Hasina, sarà il premio Nobel Yunus a guidare per 90 giorni un
governo in grado di portare il Paese a nuove elezioni. Al
momento, la durissima lotta degli studenti del Bangladesh sembra
aver raggiunto tutti i suoi obiettivi. In ventiquattro ore, non
solo hanno fatto crollare il vecchio sistema, ma ora stanno
fortemente condizionando anche la transizione verso un nuovo
difficile equilibrio politico. Lunedì, grazie alla loro
imponente mobilitazione, in un clima di gravi violenze e scontri
di piazza, a un passo dalla guerra civile, hanno costretto la
premier Sheikh Hasina a dimettersi e a lasciare il Paese. E
oggi, i giovani del gruppo Students Against Discrimination,
l'organizzazione in prima linea nelle manifestazioni di queste
settimane hanno convinto il presidente Mohammed Shahabuddin, a
sciogliere il Parlamento. Si trattava di una loro richiesta
chiave per fermare la rivolta. Quindi, hanno convinto il celebre
economista ad assumere la carica di Chief Adviser, di capo del
governo per 90 giorni in grado di gestire la transizione tra un
governo eletto e il successivo. "Confidiamo nel dottor Yunus",
ha scritto su Facebook Asif Mahmud, uno dei leader del gruppo
studentesco. E il premio Nobel per la pace, 84 anni, non s'è
fatto attendere. Conosciuto in tutto il mondo per essere
riuscito a far uscire milioni di persone dalla fame concedendo
piccoli prestiti inferiori a 100 dollari ai poveri delle zone
rurali, ha accolto positivamente l'appello degli studenti
bangladesi: "Sono onorato della fiducia dei manifestanti che
desiderano che io guidi il governo ad interim. Se è necessario
agire in Bangladesh, per il mio Paese e per il coraggio del mio
popolo, allora lo farò". Progressi politici che sembra stiano
facendo tornare il Paese a una situazione di momentanea
normalità. Dopo i gravissimi scontri di ieri, con l'uccisione di
almeno 122 persone, le strade della capitale Dacca sono in gran
parte tranquille: è ripreso il traffico, si sono riaperti i
negozi e sono ripartiti i voli internazionali all'aeroporto.
Detto questo, la comunità internazionale segue la situazione con
grande apprensione: preoccupano molto la tutela dei diritti
umani e in particolare le violenze degli ultimi giorni contro la
minoranza indù. I responsabili della missione Ue a Dacca si
dicono, infatti, "molto preoccupati per le segnalazioni di
molteplici attacchi contro luoghi di culto e membri di minoranze
religiose, etniche e di altro tipo in Bangladesh". Anche
l'India, che ospita tuttora l'ex premier, per voce del suo
ministro degli Esteri, Jaishanka, si è detta "profondamente
preoccupata" per la situazione in Bangladesh, in particolare per
lo status delle minoranze, ed è in costante contatto con le
autorità di Dacca.
Notizie ANSA Scegli l’informazione di ANSA.it
Abbonati per leggere senza limiti tutte le notizie di ANSA.it
Abbonati oraSe è una notizia,
è un’ANSA.
Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.
Resta connesso
Ultima ora