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In evidenza
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"La speranza è la risposta offerta al
nostro cuore, quando nasce in noi la domanda assoluta: 'Che ne
sarà di me? Qual è la meta del viaggio? Che ne è del destino del
mondo?'". Lo ha detto papa Francesco nell'udienza generale,
dedicata oggi alla seconda delle tre virtù teologali, la
speranza. "Tutti ci accorgiamo che una risposta negativa a
queste domande produce tristezza. Se non c'è un senso al viaggio
della vita, se all'inizio e alla fine c'è il nulla, allora ci
domandiamo perché mai dovremmo camminare: da qui nasce la
disperazione dell'uomo, la sensazione della inutilità di tutto",
ha osservato. Secondo il Pontefice, "se manca la speranza, tutte
le altre virtù rischiano di sgretolarsi e di finire in cenere.
Se non esistesse un domani affidabile, un orizzonte luminoso,
non resterebbe che concludere che la virtù sia una fatica
inutile". Ma "il cristiano ha speranza non per merito proprio.
Se crede nel futuro è perché Cristo è morto e risorto e ci ha
donato il suo Spirito". In altre parole, ha spiegato il Papa,
"se credi nella risurrezione di Cristo, allora sai con certezza
che nessuna sconfitta e nessuna morte è per sempre. Ma se non
credi nella risurrezione di Cristo, allora tutto diventa vuoto,
perfino la predicazione degli Apostoli". E in questo senso,
"ancora una volta, noi diciamo che la speranza è una virtù
teologale: non promana da noi, non è una ostinazione di cui
vogliamo autoconvincerci, ma è un regalo che viene direttamente
da Dio". Francesco ha anche avvertito che "la speranza è una
virtù contro cui pecchiamo spesso: nelle nostre cattive
nostalgie, nelle nostre malinconie, quando pensiamo che le
felicità del passato siano sepolte per sempre. Pecchiamo contro
la speranza quando ci abbattiamo davanti ai nostri peccati,
dimenticando che Dio è misericordioso ed è più grande del nostro
cuore". E ancora: "Pecchiamo contro la speranza quando in noi
l'autunno cancella la primavera; quando l'amore di Dio cessa di
essere un fuoco eterno e non abbiamo il coraggio di prendere
decisioni che ci impegnano per tutta la vita". "Di questa virtù
cristiana, il mondo oggi ha tanto bisogno! - ha quindi affermato
- Come ha tanto bisogno della pazienza, una virtù che cammina a
stretto contatto con la speranza". Secondo il Pontefice, "gli
uomini pazienti sono tessitori di bene. Desiderano ostinatamente
la pace, e anche se alcuni hanno fretta e vorrebbero tutto e
subito, la pazienza ha la capacità dell'attesa. Anche quando
intorno a sé molti hanno ceduto alla disillusione, chi è animato
dalla speranza ed è paziente è in grado di attraversare le notti
più buie". "La speranza è la virtù di chi ha il cuore giovane; e
qui non conta l'età anagrafica - ha infine aggiunto -. Perché ci
sono anche vecchi con gli occhi pieni di luce, che vivono una
tensione permanente verso il futuro".
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