Le quote rosa sono diventate
legge in India ieri sera tardi, con l'approvazione all'unanimità
dei 215 membri della Rajya Sabha, la Camera Alta del parlamento
indiano, presenti alla votazione, dopo il voto del giorno
precedente alla Lok Sabha, la Camera Bassa. Il provvedimento è
stato definito su X dal premier Modi, che l'ha proposto in
apertura della sessione speciale convocata per inaugurare i
lavori nella nuova sede, "un'ora storica, un momento cruciale
nel viaggio democratico del nostro Paese".
Le quote, che assegnano alle donne un terzo dei seggi, (il
33%) erano state proposte dal 1996, ma per sei volte non erano
state approvate. Durante la discussione di ieri alla Presidenza
della Camera Alta si sono alternate diverse parlamentari donne,
di tutte le formazioni politiche: la novità ha creato piccoli
incidenti procedurali, quando i deputati si sono rivolti alla
colleghe chiamandole "signor presidente" e sono stati invitati a
usare la formula "signora presidente".
La legge è stata accolta con entusiasmo e approvata da tutti
i partiti, anche quelli di opposizione; tuttavia, non potrà
diventare effettiva fino a quando non sarà concluso il nuovo
censimento della popolazione, necessario per rivedere le
circoscrizioni. L'ultimo censimento risale al 2011 e si prevede
che il Paese non riuscirà a completare il massiccio procedimento
e a ridisegnare i seggi prima della fine del decennio.
L'India ha visto varie donne leader politiche, a partire da
Indira Gandhi, che fu la seconda donna al mondo a diventare
premier, ma la loro presenza nelle istituzioni legislative è
rimasta bassa: attualmente si contano solo 104 donne sul totale
dei 788 eletti al parlamento.
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