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Scuola, molte ombre e qualche luce nel rapporto Invalsi 2023

Scuola, molte ombre e qualche luce nel rapporto Invalsi 2023

Ancora ritardi e diseguaglianze ma cala la dispersione

ROMA, 12 luglio 2023, 11:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Peggiora il rendimento degli studenti italiani secondo il rapporto Invalsi 2023. Il confronto degli esiti della scuola primaria mostra un indebolimento in tutte le discipline. In II elementare i risultati di Italiano e di Matematica sono più bassi di quelli del 2019 e del 2021 e in linea con quelli del 2022. In Matematica 1 bambino su 3 non raggiunge le competenze di base nè in II nè in V. Qui i risultati del 2023 sono più bassi degli anni precedenti, compreso il 2022, in tutte le discipline. In alcune regioni del Sud solo 1 ragazzo su 2 delle scuole medie comprende correttamente quello che legge e 2 studenti su 3 non sono capaci di leggere e comprendere un testo in inglese. Si confermano forti disuguaglianze al Sud sia in termini di capacità della scuola di attenuare l'effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e tra classi.
    Metà dei giovani che termina le superiori non è in grado di comprendere quel che legge; solo il 51% raggiunge il livello base, con un divario tra Nord e Sud di 23 punti; in Matematica il 50% degli studenti (invariato rispetto al 2022) raggiunge il livello base con un divario tra le aree fino a 31 punti. In Inglese il 54% degli studenti raggiunge il B2 nella prova di reading (+2% rispetto al 2022) e il 41% in quella di listening (+3% sul 2022 e + 6% dal 2019).
    "È giusto dire che assistiamo a un effetto long Covid", dice il presidente di Invalsi Roberto Ricci, perché "gli apprendimenti sono un continuum, se si inseriscono discontinuità questo finisce per avere un peso".
    Fra le indicazioni positive, il dato sulla dispersione scolastica implicita - quella degli studenti che terminano gli studi senza le competenze di base necessarie - che si attesta all'8,7%, -1 punto percentuale rispetto al 2022. Nel 2019 la dispersione si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021, a causa delle sospensioni delle lezioni in presenza. "La stima dei dispersi, pari al 10,4%, è molto vicina al traguardo posto dal Pnrr che lo fissa al 10,2%; è presto per cantare vittoria ma è comunque una buona notizia", conclude Ricci.
   

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