"Dì che ti ho aiutato". Così ha
urlato dalla gabbia dei detenuti Antonio Casamonica alla teste
che aveva appena detto "di avere paura del clan". Testimonianze
cariche di tensione e di paura nel processo a carico di Antonio
Casamonica, accusato di lesioni e violenza privata aggravate dal
metodo mafioso per il raid in un bar di Roma avvenuto il primo
aprile scorso. Il proprietario del "Roxy Bar", la moglie e la
giovane disabile che venne presa a calci e pugni da due
appartenenti al clan Di Silvio, ieri sono stati condannati al
termine di un processo svolto con il rito abbreviato.
"Avevo paura. I Di Silvio mi dissero 'non ti scordare che
questa è zona nostra', poi mi hanno preso a calci e pugni", ha
raccontato Marian Roman. Una testimonianza la sua
caratterizzata dalla paura: nel corso dell'audizione il teste è
apparso tremante e in alcuni casi non ha avuto la forza di
rispondere alle domande che vertevano sul ruolo dei Casamonica e
sulla loro influenza nella zona della Romanina.
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