Rapinavano le loro giovanissime
vittime di paghette settimanali, oggetti di valore e capi di
abbigliamento firmati i componenti della gang individuati dalla
polizia che terrorizzava i ragazzini dei quartieri Vescovio,
Coppedè e Africano. Dopo i loro colpi non esitavano a esibire
sui social come 'trofei' per l'impresa compiuta.
Le vittime, vessate in continuazione, per paura di
incontrarli nuovamente limitavano le loro uscite o comunque
cambiavano le loro abitudini, fino ad arrivare al punto di non
indossare un capo di abbigliamento costoso, avendo il terrore di
essere rapinati. Per gli investigatori i componenti della gang
agivano per "il gusto di farlo" come un atto di dimostrazione di
forza con l'obiettivo di crearsi la fama di duri. Sui profili
social sono state trovate frasi o video in cui prevale la
violenza o l'appartenenza a un gruppo come modo di vita, alla
pari delle serie televisive come "Gomorra". Quattro i
maggiorenni del gruppo che sono finiti in manette: tre
domiciliari e uno in carcere.
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