Non mancano attenuanti, a Francesca
Schiavone, per giustificare la sconfitta nella finale del torneo
sulla terra rossa di Rabat, in Marocco, ad opera di Anastasia
Pavlyuchenkova, dieci anni più giovane di lei e non afflitta dai
problemi alla schiena della milanese 36enne.
La russa, numero 16 del mondo e prima favorita del tabellone,
si è imposta sull'azzurra (numero 100 e in gara grazie ad una
wild card) con un doppio 7-5, in poco meno di un'ora e tre
quarti di gioco, e si è così aggiudicata il decimo titolo in
carriera, il secondo consecutivo dopo quello a Monterrey. Bis
non riuscito invece alla Schiavone, che era reduce dal successo
a Bogotà ed ha visto fermarsi a 9 la striscia di match vinti.
L'approdo alla finale di Rabat le garantirà comunque il ritorno
fra le prime 80 del ranking Wta.
"Congratulazioni ad Anastasia - ha detto la Schiavone - La
conosco da quando era ragazzina e ci ho anche giocato insieme in
doppio". "Francesca per me è fonte d'ispirazione", l'omaggio
della Pavlyuchenkova.
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