"I tifosi sono determinanti per la
buona riuscita di ogni evento, figuriamoci quanto possano
esserlo per una competizione come la Ryder Cup di golf. Davvero
non riesco a immaginarmi nessun torneo a porte chiuse, detto
questo sono d'accordo sul fatto che è meglio disputare gare
senza i supporter piuttosto che non giocarle. Ma non so se tutto
questo possa essere possibile con la Ryder". Con queste
dichiarazioni Davis Love III, per due volte capitano degli Stati
Uniti (la prima nel 2012 la seconda nel 2016), prende posizione
sull'eventualità di una Ryder Cup, quella di settembre (25-27)
nel Wisconsin, a porte chiuse a causa della pandemia.
Già vicecapitano a Parigi 2018, Davis Love III ricoprirà lo
stesso ruolo anche a Kohler, dove a guidare gli Usa non sarà più
Jim Furyk ma Steve Stricker. Il 56enne di Charlotte, campione
Major (PGA Championship 1997) e nella World Golf Hall of Fame,
non ha dubbi. "Giocare le prime 5 gare del PGA Tour senza
spettatori non sarà certo bello, però così facendo potremmo
rendere felici tanti telespettatori. Ma la Ryder non è la stessa
cosa".
"E' difficile immaginare uno scenario simile". Questo invece
il pensiero di Furyk, anche lui assistente di Stricker nel
Wisconsin. "L'atmosfera della Ryder è qualcosa di davvero unico.
Ricordo l'esperienza di Parigi e i fischi riservatimi dai tifosi
europei, così dannatamente belli e divertenti. Senza essere
meschini, anche questo è la Ryder tra sfottò, schermaglie e
passione". La PGA of America, che entro poche settimane sarà
chiamata a prendere una decisione sul tema, è avvertita. I
golfisti continentali, così come quelli americani,
preferirebbero un rinvio della competizione al 2021 piuttosto
che uno show senza pubblico.
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