"La crisi per il coronavirus è globale, ma in ogni Paese è differente. Il livello di indebitamento del calcio italiano è molto elevato, il doppio di quello di Liga e Bundesliga, con un giro d'affari inferiore. La situazione economica della Serie A è molto più complicata e la soluzione non può essere ingaggiare Messi. E comunque non credo andrà via". In piena crisi per il coronavirus, il presidente della Liga spagnola Javier Tebas liquida le suggestioni su un approdo della stella del Barcellona nel calcio italiano, parlando in una videoconferenza con i media internazionali.
"Parlo a livello globale - continua Tebas, che in passato è stato vicino a diventare amministratore delegato della Lega di Serie A - perché ogni club ha la sua storia. Per capire la situazione di un campionato, si guardano le cifre di ricavi e dei debiti. Questo rapporto in Serie A è molto stressante per l'economia del calcio italiano. A me piacerebbe tenere Messi, e non credo che lascerà la Spagna. Ma quando andò via Cristiano Ronaldo, tutti dicevano che sarebbero diminuiti i ricavi e invece sono aumentati quelli dei diritti tv. Anche in Portogallo. Una stella può aiutare, ma non è imprescindibile per far crescere una competizione: ci sono anche altri strumenti".
"L'impatto economico per quanto riguarda il campionato spagnolo, se non tornassimo a giocare, sarà di circa un miliardo di euro, inclusi i ricavi che i club non riceverebbero dalle Coppe europee: 300 milioni se giocassimo a porte chiuse; 150 con il pubblico. Personalmente, penso che sia i campionati nazionali, sia le Coppe europee potranno essere conclusi".
Cancellare la stagione "non è un'opzione sul tavolo - insiste Tebas - Ma non credo che prima del 26 aprile potremo tornare a fare allenamenti regolari. Con l'Uefa stiamo analizzando differenti scenari. Il più probabile prevede la ripresa il 29 maggio, altrimenti il 6-7 giugno o anche il 28 giugno. Dobbiamo vedere soprattutto che cosa succederà ad aprile".
Tebas, infine, sottolinea che "per il calcio europeo è importante che il fair play finanziario resista com'è, nessun club può approfittare della crisi legata al coronavirus per non pagare. Ci sarebbe il rischio di un effetto domino". E boccia anche l'idea di nuovi format, inclusa la Superlega: "In questa situazione, genererebbe un'ancora maggior crisi per tutti, sarebbe un fallimento".
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