"Io non ho dubbi: voglio vivere in un
Paese in cui mia figlia un giorno possa mettersi la minigonna
liberamente senza essere fischiata o senza che qualcuno pensi
che se la sia cercata; voglio un Paese in cui se mi bevo due o
tre birre fuori non devo aver paura che qualcuno se ne
approfitti ne devo giustificare a qualcuno la mia libera scelta;
voglio un Paese in cui la violenza, anche non fisica come quella
verbale o psicologica, sia considerata violenza e non la
normalità. Insomma un Paese in cui la donna se è vittima, è
vittima. Punto. E no, non se l'è mai cercata. Per questo, da
madre a madre, ho aspettato, ho sperato fino alla fine di questa
giornata di sentire Giorgia Meloni dare un segnale chiaro a
questo Paese: se sei donna e sei vittima di una qualsiasi forma
di violenza verbale fisica o economica non è colpa tua. Invece
la prima Presidente del Consiglio donna anche oggi nel luogo di
Caivano, dove ha svolto la sua passerella, non ha avuto il
coraggio di prendere le distanze dalle indegne parole del suo
compagno Giambruno. Un grave e vergognoso silenzio durato oramai
troppi giorni che non può che renderla complice. Sì, il suo
silenzio è complice". Così su Facebook Chiara Appendino (M5s).
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