Chi sbaglia, non paga. E' il virus della politica italiana: non bisogna essere storici di professione per sapere che politici, ministri e alti burocrati quasi mai tolgono il disturbo dopo una sconfitta o un grave errore.
Sembra che le poltrone occupate dai potenti escano dalla fabbrica accessoriate di un potente collante spalmato sul piano di seduta. Per un Renzi che lascia Palazzo Chigi dopo aver perso il referendum sulla Costituzione, c'è una Boschi che resta al governo pur essendo l'autrice della riforma bocciata. Ma se deputati e senatori accusati di essere mafiosi o camorristi sono restati al loro posto fino a che hanno potuto, come si può pretendere che una "semplice" sconfitta sfoci se non nelle dimissioni almeno nelle pubbliche scuse? L'andazzo è ancora più insopportabile nel momento in cui i politici si riempiono la bocca di frasi altisonanti come "Se perdo mi dimetto", oppure "Ci metto la faccia".
E' questo il malcostume che è al centro del libro di Alessandra Sardoni, "Irresponsabili" (Rizzoli). La Sardoni è la giornalista del Tg de La7 in costante videocollegamento con Mentana da Montecitorio: ormai un brand dell'emittente televisiva, al punto da avere un suo doppio nelle parodie di Maurizio Crozza. Pignola e documentata come pochi, la corrispondente dalla Camera non ha fatto altro che raccogliere le storie esemplari di politici e alti papaveri che rsono riusciti a farla franca .
"Scartare la responsabilità personale - scrive l'autrice - è funzionale alla conservazione del potere, qualunque esso sia". Negare anche l'evidenza, come i mariti che tradiscono la moglie, è stata la via di fuga dalla responsabilità di generazioni di potenti. Una prassi che ha finito per macchiare quanto di buono c'è e c'è stato nella politica italiana.
Ed ecco allora i capitoli del libro, come altrettante stazioni della via crucis della politica "irresponsabile". Si va dalla ricostruzione delle violenze nella caserma Diaz durante il g8 di Genova del 2001, che ha lasciato non solo indenne ma anche più in auge di prima l'allora capo della polizia Gianni De Gennaro, all'analisi del doppiopesismo che fece dimettere a furor di popolo l'alfaniano Maurizio Lupi mentre salvò la testa di Rossanna Cancellieri, entrambi al centro di due spiacevoli casi di familismo. Le conclusioni sono amare: in Italia quasi sempre chi sbaglia se la cava, e i politici sono maestri nel trovare giustificazioni in improbabili complotti orditi da nemici più o meno oscuri.
Quasi tutte le eccezioni riguardano quei politici che , scrive la Sardoni, sono stati costretti ad assumere le sembianze assai scomode del capro espiatorio. Perché gli irresponsabili proliferano se di fronte a uno scandalo scatta la gogna per chi c'entra poco, oppure se ci si trincera dietro il "tutti colpevoli, nessun colpevole".
Gli Irresponsabili è un libro che ha una forte valenza pedagogica: solo conoscendo i fatti i cittadini possono superare la sudditanza su cui si fonda il teorema dell'irresponsabilità: "Finché è forte, al potere si perdona". In modo che "metterci la faccia" sia un impegno vero ad assumersi tutte le responsabilità delle proprie azioni e non un vuoto refrain da "faccia di bronzo".
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