Quello della lotta agli spot 'sessisti' è un pallino della presidente della Camera Laura Boldrini che da quando è salita sullo scranno più alto di Montecitorio ha spesso tuonato su questi temi.
Nel maggio del 2013 in un'intervista al 'Mattino' parlò della necessità di nuove ''norme sull'utilizzo del corpo della donna nella comunicazione e nella pubblicita''' perche' ''se la donna viene resa oggetto nella sua immagine puoi farne quel che vuoi''.
Passarono pochi mesi e nel luglio 2013, si guadagnò più di qualche critica definendo una "scelta civile" quella della Rai di non trasmettere più miss Italia. Boldrini in quell'occasione lanciò una sorta di appello alla tv: ''Per aiutarci a rappresentare piu' fedelmente l'universo femminile puo' fare moltissimo anche la tv, in un Paese in cui la televisione costituisce ancora la prima fonte di informazione e intrattenimento per gran parte dei cittadini. In particolare, la tv di servizio pubblico, il cui pluralismo non puo' essere soltanto quello (pur essenziale) della equilibrata presenza delle forze politiche. C'e' una par condicio che viene violata assai piu' frequentemente, ed e' quella tra i generi e la loro rappresentazione''. Per questo il presidente della Camera apprezza la scelta su Miss Italia, perche' ''le ragazze italiane debbono poter andare in tv senza sfilare con un numero. Hanno altri talenti'' e rileva: ''qualcuno si e' lamentato di questa scelta, come se si trattasse dell'imposizione di un clima di austerita' cupa e bacchettona''. Da qui la sua domanda provocatoria: ''e' piu' grave che una donna debba togliersi i vestiti in tv o che si debba completamente coprire?''.
Nel settembre successivo tornò sul punto in un convegno sulla Convenzione di Istanbul, parlano di pubblicita' e stampa. "Penso a certi spot italiani in cui papa' e bambini stanno seduti a tavola mentre la mamma in piedi serve tutti. Oppure al corpo femminile usato per promuovere viaggi, yogurt, computer" e che in altri Paesi "difficilmente arriverebbero sullo schermo". Ma anche l'informazione ci mette del suo, fa notare Boldrini che cita un articolo della scorsa settimana sul bilancio della Camera. "C'era una notazione , per altro - sottolinea - neppure fondata, sull'aumento della spesa per la pulizia dei locali. E l'autore dell'articolo cosi' proseguiva: 'si vede che ora a comandare li' alla Camera c'e' una donna". Insomma, dice la presidente della Camera, incerta si disinteressarsene o riderci sopra: "se una di noi arriva alla Presidenza della Camera il massimo che puo' pensare di saper fare, essendo donna, e' tenere ben pulite le aule"...
Ancora nel novembre scorso in un convegno la Boldrini ha invitato le aziende italiane ad evitare 'spot sessisti'.
Infine, l'ultimo monito il 5 marzo scorso. E' inaccettabile, inaccettabile "ridurre la donna ad una presenza svestita per vendere qualsiasi cosa". "Non e' accettabile, come non lo sono quelle pubblicita' che valorizzano solo il focolare domestico: c'e' nella nostra vita ma non c'e' solo quello. Se la donna la riduci ad un oggetto ne fai quello che vuoi".
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