I negoziatori di Usa e di altri 11 Paesi del Pacifico hanno raggiunto il più grande accordo di libero scambio nella storia recente. Il Trans-Pacific Partnership (Tpp), è stato siglato ad Atlanta dopo 8 anni di negoziati e uno sprint finale di 9 giorni. Abbatterà le barriere al commercio e aumenterà il lavoro e gli standard ambientali tra le nazioni che rappresentano circa il 40% della produzione economica mondiale. Il Tpp deve essere approvato ora dal Congresso Usa e dagli altri 11 Paesi.
Si tratta di un accordo fortemente voluto dal presidente Barack Obama per spostare gli interessi degli Usa verso il Pacifico, anche per contrastare il dilagare della Cina. Secondo quanto riferiscono Washington Post e New York Times, gli ultimi dettagli riguardanti l'apertura alla concorrenza dei mercati lattiero-caseari hanno ritardato l'annuncio che i ministri del Commercio speravano fosse fatto domenica sera. Lo stesso Obama ha trascorso le ultime settimane in colloqui telefonici con i partner per premere a una conclusione dei negoziati.
L'accordo sul Tpp prevede l'eliminazione delle barriere tariffarie e non-tariffarie e l'adeguamento degli standard commerciali in una vasta area dell'Asia-Pacifico, associando l'economia statunitense a quella di altri undici Paesi - Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam. Anche se l'accordo è imminente, l'ultima parola spetta al Congresso Usa che dovrà ratificarlo.
In parallelo gli Stati uniti stano conducendo una difficile trattative per un trattato di libero scanbio analogo con l'Unione europea, il Ttip.
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