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Raid israeliano su Rafah e Jabalia provoca 22 morti

Raid israeliano su Rafah e Jabalia provoca 22 morti

Hamas si congratula con Putin, 'Russia è con i palestinesi'

ROMA, 19 marzo 2024, 13:36

Redazione ANSA

ANSACheck

Distruzione a Rafah © ANSA/AFP

Attacchi aerei israeliani hanno colpito due case e un appartamento a Rafah, nel sud di Gaza, e un edificio a Jabalia, nel nord della città, provocando la morte di almeno 22 persone, tra cui donne e bambini, e molti feriti. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa. In dettaglio il raid ha preso di mira i quartieri di Musabah, Khirbet Al-Adas e Al-Jeneina a Rafah. A Jabalia la casa colpita dalle bombe è stata completamente distrutta. 
Il ministero degli Esteri dell'Autorità Palestinese ha accusato Israele sui social di aver cominciato "a distruggere Rafah senza annunciarlo, per evitare reazioni internazionali e senza aspettare il permesso di nessuno". Lo riporta il Guardian dopo il raid israeliano di stanotte che, secondo Wafa, ha colpito due case e un appartamento a Rafah, nel sud di Gaza, provocando la morte di almeno 14 persone.

Il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha inviato un messaggio di congratulazioni al presidente russo Vladimir Putin per la sua rielezione. Lo ha fatto sapere Hamas sul suo canale Telegram. Haniyeh ha lodato la "posizione russa a sostegno della causa palestinese alla luce della battaglia per la difesa del nostro popolo contro l'occupazione israeliana, uno dei più importanti bracci dell'egemonia Usa in Medio Oriente"

Haniyeh ha detto che Hamas vuole consolidare i legami di amicizia e di sviluppo per una "cooperazione congiunta con la Repubblica Federale di Russia" ed ha augurato al Presidente russo "il successo nell'interesse" del suo popolo e del mondo "per la costruzione di un sistema globale multipolare che renda giustizia ai popoli oppressi".

Israele e Hamas stanno negoziando per la prima volta da mesi i dettagli di un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi israeliani e un cessate il fuoco temporaneo a Gaza: lo riporta il sito statunitense Axios, che cita due funzionari israeliani e una fonte a conoscenza del dossier. L'attuale proposta in fase di negoziazione potrebbe portare a un cessate il fuoco di sei settimane a Gaza e al rilascio di 40 ostaggi - donne, donne soldato, uomini di età superiore ai 50 anni e uomini in condizioni mediche critiche - in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi. Ci sono ancora divari tra le parti, sottolinea Axios, ma la risposta di Hamas si è avvicinata al quadro originale e ha consentito ai negoziati di progredire fino alla definizione dei dettagli di un accordo, secondo i funzionari israeliani. Il quadro statunitense prevedeva il rilascio di 400 prigionieri palestinesi, di cui 15 che stanno scontando l'ergastolo per aver ucciso israeliani, in cambio di 40 ostaggi. La risposta di Hamas fornita giovedì scorso prevedeva il rilascio di 950 prigionieri, di cui 150 condannati all'ergastolo. Hamas vuole scegliere quali prigionieri verranno rilasciati, soprattutto quelli che stanno scontando l'ergastolo, ma Israele ha respinto questa richiesta, sempre secondo i funzionari israeliani. Da parte sua, Israele chiede di ricevere in anticipo un elenco degli ostaggi vivi e di estradare in un altro Paese i prigionieri rilasciati. Tuttavia, Hamas si è rifiutata, secondo le fonti. Ma ci sono ancora due punti critici, ovvero le richieste di Hamas che le forze israeliane si ritirino dal corridoio creato a sud di Gaza City (che impedisce il ritorno dei palestinesi nel nord della Striscia) e che la prossima fase dell'accordo (che potrebbe includere il rilascio dei soldati) includa un cessate il fuoco permanente.

L'intera popolazione di Gaza sta vivendo "gravi livelli di insicurezza alimentare acuta": è l'allarme lanciato dal segretario di Stato americano Antony Blinken, sottolineando l'urgenza di aumentare la consegna di aiuti umanitari nel territorio palestinese. "Secondo la misura più rispettata di queste cose, il 100% della popolazione di Gaza si trova a livelli gravi di insicurezza alimentare acuta. Questa è la prima volta che un'intera popolazione è stata classificata in questo modo", ha detto Blinken in una conferenza stampa nelle Filippine dove è in visita ufficiale, prima di partire per Arabia Saudita ed Egitto.

Onu, le restrizioni agli aiuti a Gaza possibile crimine guerra 

Le severe restrizioni imposte da Israele all'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza e il possibile uso della fame come arma potrebbero "costituire un crimine di guerra": lo ha dichiarato martedì l'Onu. "L'entità delle restrizioni imposte da Israele all'ingresso degli aiuti a Gaza e il modo in cui continua a condurre le ostilità potrebbero equivalere all'uso della fame come metodo di guerra, che costituisce un crimine di guerra", ha dichiarato Jeremy Laurence, portavoce dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i Diritti Umani, durante il regolare briefing delle Nazioni Unite a Ginevra.

Israele, in due giorni uccisi in ospedale Shifa 50 terroristi 

In due giorni di operazioni nell'ospedale Shifa di Gaza e negli edifici circostanti i militari israeliani "hanno ucciso oltre 50 terroristi e catturato circa 180 sospetti": lo ha affermato il portavoce militare israeliano secondo cui i militari colpiscono con precisione i loro obiettivi e scoprono quantità di armi "facendo al tempo stesso attenzione a non colpire civili, personale medico e macchinari medici". "Siamo impegnati - ha aggiunto il portavoce - in operazioni contro infrastrutture terroristiche di Hamas e contro i suoi quadri, che sono incorporate di proposito entro infrastrutture civili".

Soldato ucciso a Gaza, il bilancio salito a 251

Nel corso degli ultimi combattimenti a Gaza è rimasto ucciso un soldato israeliano. Si tratta, ha precisato il portavoce militare, di Sebastian Haion, 51 anni. Secondo i media e' stato colpito a morte durante combattimenti ravvicinati nell'area dell'ospedale Shifa di Gaza. Dal 27 ottobre, data di inizio delle operazioni terrestri nella striscia di Gaza, sono caduti complessivamente 251 militari israeliani.

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