Le autorità di protezione civile
islandesi ed esperti europei stanno valutando la possibilità di
inondare d'acqua la lava prodotta da un'eventuale eruzione del
vulcano vicino Grindavik, per raffreddarla e proteggere così
l'omonima vicina cittadina, secondo quanto annunciato oggi. Il
porto di pescatori di di circa 4.000 abitanti nella penisola di
Reykjanes è stato evacuato l'11 novembre, dopo centinaia di
terremoti causati dai movimenti del magma sotto la crosta
terrestre, che precedono un'eruzione vulcanica.
Le autorità di protezione civile e gli esperti europei
valuteranno la possibilità di "utilizzare un grande volume
d'acqua per raffreddare la lava e proteggere la città di
Grindavik e importanti infrastrutture", ha affermato Vidir
Reynisson, responsabile della protezione civile e della gestione
delle emergenze in Islanda durante una conferenza stampa.
Non sarebbe la prima volta che si fa ricorso all'acqua per
frenare i fiumi di lava. L'Islanda lo ha già fatto nel 1973,
quando una fessura si aprì a 150 metri dal centro della città
dell'isola di Heimaey, sorprendendo i residenti all'alba. Grazie
a quell'espediente, la protezione civile è stata così in grado
di rallentare e controllare il movimento della lava.
A cavallo della dorsale medio-atlantica, una fessura sul
fondo dell'oceano che separa le placche tettoniche euroasiatica
e nordamericana. l'Islanda ha 33 sistemi vulcanici, il maggior
numero in Europa, e sperimenta eruzioni in media ogni quattro o
cinque anni. Tre eruzioni hanno avuto luogo vicino a
Fagradalsfjall sulla penisola di Reykjanes, nel marzo 2021,
agosto 2022 e luglio 2023. Grindavik si trova vicino alla
centrale geotermica di Svartsengi, il principale fornitore di
elettricità e acqua per i 30.000 abitanti della penisola, e
importante serbatoio di acqua dolce. La città è anche vicina
alla Laguna Blu, sito turistico famoso per le sue terme
geotermiche, che è stato chiuso per precauzione.
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