Macao punta a ridurre la durata delle nuove licenze per il gioco d'azzardo a soli 10 anni, la metà della durata delle ultime concessioni assegnate, nell'ambito di un inasprimento dei regolamenti del più grande hub dei casinò al mondo.
L'industria multimiliardaria del gioco, unico posto esistente nel territorio cinese, è al centro di un ampio piano di riordino annunciato a settembre. Oggi, i sei grandi operatori del settore nell'ex colonia portoghese hanno avuto la prima informativa sulle nuove regole, poiché il Consiglio esecutivo di Macao ha messo in chiaro che il gioco non deve minare la "sicurezza nazionale" della Cina.
Secondo la proposta di legge, il numero di concessioni, in vista delle assegnazioni di giugno, rimarrà a sei operatori, ma "non supererà i 10 anni". In casi eccezionali, "potranno essere prorogate per un massimo di tre anni".
Prima della pandemia del Covid, i casinò di Macao incassavano in una sola settimana quanto guadagnato in un mese da Las Vegas, la 'Sin city' nel Nevada.
Il settore dei giochi è cresciuto nella città fino a valere 24 miliardi di dollari, rappresentando circa l'80% delle entrate del governo locale e più della metà del Pil, dando lavoro a oltre 82.000 persone, un quinto quasi della popolazione attiva.
Sotto la presidenza di Xi Jinping, le autorità locali hanno cominciato a stringere le maglie dei controlli a partire dal riciclaggio.
Le entrate del gioco sono crollate a 7,5 miliardi nel 2020 a causa della pandemia, mentre lo scorso anno c'è stato un recupero a quota 10,8 miliardi.
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