Il presidente del Brasile
Luiz Inácio Lula da Silva ha firmato l'accordo che definisce il
risarcimento dei danni causati dall'incidente nella miniera di
ferro di Fundão a Mariana, collassata il 5 novembre 2015
causando 15 morti, 50 feriti e 19 dispersi, e ricordato come il
più grande disastro ambientale nella storia del Brasile. Il
valore totale dell'accordo è di 30 miliardi di euro (170
miliardi di real).
Del totale, 16,2 miliardi di euro (100 miliardi di real)
entreranno nelle casse pubbliche e saranno gestiti dal Fondo Rio
Doce, amministrato dalla Banca nazionale per lo sviluppo
economico e sociale (Bndes), altri 5,2 miliardi di euro (32
miliardi di real) saranno destinati a coprire gli "obblighi" da
parte delle compagnie minerarie di rimozione dei rifiuti e
risarcimenti individuali per le vittime. Mentre 6,2 miliardi di
euro (38 miliardi di real) sono già stati pagati dalla
brasiliana Vale e dalla anglo-australiana Bhp - che
costituivano il consorzio Samarco che gestiva la miniera di
ferro - negli ultimi 9 anni.
"Spero che le compagnie minerarie abbiano imparato la
lezione. Sarebbe stato molto più economico prevenire quanto
accaduto", ha detto Lula in occasione della firma. "Questa
disgrazia è stata causata dall'avidità di profitto. Quello che è
successo a Mariana è una questione di pura e semplice
irresponsabilità nei confronti della popolazione della regione",
ha concluso.
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