In Ecuador, il ministero
dell'Interno, quello delle Telecomunicazioni e l'Agenzia di
regolazione e controllo delle telecomunicazioni hanno firmato un
accordo che mira a disattivare i servizi di telecomunicazione
nelle carceri del Paese. L'obiettivo è ridurre l'uso di
dispositivi elettronici da parte dei detenuti per coordinare
attività criminali dall'interno delle loro celle.
La ministra degli Interni, Mónica Palencia, ha spiegato che
l'iniziativa mira a impedire che le prigioni continuino a
funzionare come centri di comando della criminalità organizzata,
dove le telecomunicazioni facilitano la pianificazione di
crimini come il traffico di droga e gli omicidi su commissione.
Con la firma di questo accordo, il governo del presidente
Daniel Noboa cerca di smantellare queste reti criminali e
ripristinare l'ordine nei centri penitenziari, ormai
militarizzati. Nonostante gli sforzi dell'esecutivo e la proroga
dello stato di emergenza, le carceri ecuadoriane rimangono aree
ad alto rischio dove le gang esercitano potere e influenza. La
crisi penitenziaria, alimentata dal sovraffollamento e dalla
mancanza di controlli efficaci, rappresenta una sfida
significativa per il sistema di sicurezza e giustizia nel Paese
sudamericano.
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