La giustizia dell'Ecuador ha aperto
un'inchiesta per "violenza politica di genere" contro il
presidente Daniel Noboa nell'ambito del grave scontro
politico-istituzionale tra il capo dello stato e la sua vice,
Verónica Abad.
Accettando la denuncia della donna, il Tribunale del
contenzioso elettorale (Tce) ha già fissato per il 12 settembre
l'udienza in cui saranno giudicate le accuse contro Noboa. Il
processo potrebbe chiudersi con l'assoluzione o con l'adozione
di sanzioni che vanno dalla multa fino alla destituzione
dall'incarico e all'ineleggibilità per 4 anni.
In un esposto depositato lo scorso 8 agosto, Abad ha
denunciato di essere vittima di una strategia coordinata dal
capo dello Stato per impedirle di assumere la presidenza della
Repubblica ad interim nel periodo in cui Noboa dovrà lasciare
l'incarico per dedicarsi alla campagna elettorale in vista delle
presidenziali del 2025.
Secondo Abad la prima misura adottata contro di lei è stata
la nomina ad ambasciatrice di pace in Israele. Proprio mentre si
trovava in Medio Oriente il figlio era stato arrestato e
rinchiuso in un carcere di massima sicurezza per il presunto
reato di traffico d'influenza, allo scopo - sostiene Abad - di
intimidirla e spingerla a lasciare il suo incarico e vita
pubblica. Secondo la vicepresidente parteciperebbero alla
campagna montata contro lei e la sua famiglia anche la ministra
degli Esteri, Gabriela Sommerfeld, il viceministro del governo,
Esteban Torres, e la consigliera presidenziale Diana Jácome.
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