"Per noi l'inflazione è una
questione che dal punto di vista tecnico è conclusa perché
abbiamo fatto tutto quello che c'era da fare per risolverla". Ad
affermarlo oggi in una conferenza stampa è stato il portavoce
della presidenza argentina, Manuel Adorni, secondo il quale
"l'unica cosa che rimane da fare adesso è aspettare e assistere
al suo definitivo crollo".
"Dal 25% mensile di dicembre 2023 (mese dell'insediamento del
governo di Javier Milei) siamo passati al 20% a gennaio, al 13%
a febbraio, all'8% ad aprile e al 4% a maggio e giugno. Ci
aspettiamo di registrare nei prossimi mesi un'ulteriore
riduzione significativa per arrivare finalmente all'inflazione
zero che è quello a cui tutti aspiriamo", ha aggiunto il
portavoce.
L'Argentina ha chiuso il 2023 con un'inflazione annuale del
211,4% e diverse istituzioni multilaterali pronosticavano a
gennaio un ulteriore incremento fino al 250% a fine 2024. Il
governo ultraliberista di Milei tuttavia tuttavia ha applicato
fin dall'inizio della gestione una drastica ricetta di tagli
alla spesa e all'emissione monetaria per ripianare rapidamente
il deficit ed eliminare i principali fattori di stimolo
dell'inflazione.
Una politica che unitamente alla recessione indotta e al
netto calo dei consumi ha prodotto effettivamente un forte
rallentamento dell'indice dei prezzi che rimane comunque
attestato a livello interannuale al 271,5% secondo l'ultimo
rilevamento ufficiale del mese di giugno.
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