Il Centro brasiliano per le
relazioni internazionali (Cebri) di Rio de Janeiro guida il
lavoro dei think tank per orientare le scelte dei leader del G20
e rafforza il suo raggio d'azione dotandosi di una nuova sede.
La Ceo del Cebri, Julia Dias Leite, parla delle nuove
prospettive in una conversazione con l'ANSA.
"La nuova sede del Cebri - spiega Dias Leite - è il riflesso
della nostra crescita, dopo quasi 26 anni di vita, e del sempre
maggiore interesse della società per le relazioni
internazionali. Avevamo bisogno di uno spazio più grande per
espandere le nostre attività. In collaborazione con la
Pontificia Università Cattolica di Rio, abbiamo scelto un
palazzo che è stato residenza dei gesuiti e ci permetterà di
ospitare più eventi, di attrarre la comunità accademica e di
continuare a produrre contenuti di qualità sui principali temi
dell'agenda mondiale, sempre da una prospettiva brasiliana".
Durante la presidenza brasiliana del G20 il Cebri guida il
T20, uno dei gruppi di approfondimento che riunisce i think tank
dei Paesi membri. "Questo lavoro, svolto insieme all'Istituto
per la Ricerca economica applicata (Ipea) e alla Fondazione
Alexandre Gusmão (Funag), è iniziato qualche mese fa con
l'analisi di circa mille documenti politici, a cui hanno
lavorato sei task force. Il risultato è stato condensato in un
Comunicato, con una serie di raccomandazioni consegnate ai
leader degli sherpa e delle Finanze del G20. Speriamo possa
influenzare il processo decisionale del vertice del blocco, che
si riunirà a Rio a novembre", auspica la Ceo.
In particolare il Cebri si occupa di due temi: la transizione
energetica e la trasformazione digitale. "Crediamo che questi
due percorsi guideranno la crescita economica e lo sviluppo
sociale nei prossimi anni - osserva l'esperta -. Il nostro
centro sta lavorando a programmi specifici per queste aree, per
costruire un'agenda solida per il Brasile che vada oltre il G20
e si colleghi ad altri forum multilaterali, come il Brics+ e la
Cop30 del prossimo anno".
E Dias Leite vede un'integrazione tra l'attuale agenda del
G20 e quella del G7 a guida italiana. "Il ruolo del G20 è
cresciuto molto da quando è stato fondato 25 anni fa. Ad esempio
- indica la studiosa - la transizione climatica. Si tratta di
una questione che dipende dalla cooperazione globale, e questi
due forum devono pilotare questo processo. Un altro punto
fondamentale, che richiederà anch'esso la cooperazione tra i due
blocchi, è la creazione di meccanismi e di una governance delle
politiche pubbliche per la protezione dei dati dei cittadini e
delle imprese nell'era dell'intelligenza artificiale".
"Inoltre - conclude la Ceo del Cebri - Brasile e Italia hanno
legami storici e una forte identità. L'immigrazione italiana ha
contribuito a forgiare il Brasile, come testimonia anche
l'importante ricorrenza di quest'anno, in cui si celebra il
150mo anniversario dell'immigrazione italiana nel nostro Paese".
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