E' stata una pioggia di fuoco quella che si è abbattuta oggi per ore su gran parte dell'Ucraina, compresa Kiev. Non meno di cento missili e altrettanti droni russi hanno colpito infrastrutture energetiche in una quindicina di regioni, comprese quelle più occidentali vicine alla Polonia.
Un attacco quale non si vedeva da diverse settimane, che ha provocato secondo le stime ucraine almeno cinque morti, mentre la popolazione cercava riparo anche nelle stazioni della metropolitana e le autorità attuavano interruzioni di elettricità a scopo preventivo.
Un portavoce dell'Ue ha parlato di "attacchi barbarici" il cui effetto è di "rafforzare la determinazione dell'Ue a continuare il sostegno all'Ucraina e intensificarlo". Ma nella sua prima reazione Volodymyr Zelensky ha fatto capire chiaramente che questo sostegno non basta se non viene data a Kiev per lo meno carta bianca per usare anche contro il territorio russo tutte le armi fornite dai Paesi della Nato.
Il presidente russo Vladimir Putin, ha affermato il capo dello Stato ucraino, "può fare solo ciò che il mondo gli permette di fare", e "la debolezza e l'inadeguatezza delle decisioni di risposta alimentano il terrore". "Ciascuno dei nostri partner sa quali decisioni forti sono necessarie per porre fine a tutta questa guerra", ha insistito Zelensky. E il suo ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, è andato anche più in là, chiedendo ai Paesi occidentali non solo di approvare "gli attacchi a lungo raggio dell'Ucraina su tutti gli obiettivi militari legittimi sul territorio russo", ma anche di "usare le capacità di difesa aerea dei partner per abbattere missili e droni in prossimità del loro spazio aereo".
Un intervento diretto di Paesi Nato, insomma. Tra i quali la Polonia, le cui forze armate hanno denunciato l'attraversamento del proprio spazio aereo da parte di un "oggetto militare" durante i bombardamenti russi. Probabilmente un drone, è stato precisato. In precedenza il Comando operativo di Varsavia aveva annunciato "l'avvio di operazioni di aerei militari polacchi e alleati, nel sud-est della Polonia", durante l'attacco di Mosca.
La Russia accusa già i Paesi occidentali di essere coinvolti nel conflitto, anche nell'attacco condotto dalle truppe di Kiev in territorio russo dal 6 agosto. Un'offensiva che "non può rimanere senza risposta, e una risposta ci sarà", ha avvertito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, facendo capire che andrà oltre i bombardamenti di oggi. Da parte sua il ministero della Difesa ha detto che gli obiettivi degli attacchi, compiuti con missili lanciati da aerei e da mezzi navali oltre che con droni, erano sottostazioni elettriche, stazioni di compressione del sistema di trasporto del gas, ma anche "siti di stoccaggio delle armi aeronautiche fornite dai Paesi occidentali nelle regioni di Kiev e Dnipro". Il ministero ha aggiunto che i bombardamenti hanno provocato "l'interruzione del trasporto ferroviario di armi e munizioni verso la linea del fronte".
Fonti ucraine hanno detto che è stata bombardata anche la grande centrale idroelettrica di Kiev, situata a Vyshgorod, a pochi chilometri a nord della capitale, ma la diga "non è minacciata".
Il ministro della Difesa, Rustem Umerov, ha detto che l'Ucraina "sta preparando le sue risposte" agli attacchi.
Già nella notte tra domenica e lunedì Mosca ha fatto sapere di avere abbattuto 20 droni ucraini diretti verso diverse regioni russe, di cui nove sulla regione di Saratov, sul Volga. Le autorità locali hanno riferito che in questa città è stato colpito un alto edificio residenziale dove sono stati danneggiati undici appartamenti.
Il bilancio di questo attacco è di quattro civili feriti. Un drone ucraino ha tentato di attaccare anche una raffineria di petrolio a Jaroslav, 300 chilometri a nord-est di Mosca. Sono per il momento sconosciute, invece, le cause di un incendio sviluppatosi in una grande raffineria a Omsk, nella Siberia sud-occidentale, che secondo il governatore ha provocato un morto e sei feriti non gravi.
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