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In appello cauzione ridotta per Trump da 464 a 175 milioni

In appello cauzione ridotta per Trump da 464 a 175 milioni

Processo Trump per il caso pornostar inizia il 15 aprile

WASHINGTON, 25 marzo 2024, 20:32

di Benedetta Guerrera

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Una vittoria parziale ma sostanziale e l'inizio del primo processo penale ad un ex presidente nel cuore della campagna elettorale. Il lunedì nero di Donald Trump, trascorso nell'aula di un tribunale a Manhattan con gli occhi sull'appello per gli asset gonfiati, si chiude con un bilancio in chiaroscuro. Da una parte l'ex presidente ha ottenuto una riduzione notevole della cauzione da depositare a garanzia del pagamento della sanzione per la truffa sulle sue società: da 464 a 175 milioni di dollari, entro dieci giorni.

Una boccata d'ossigeno per il tycoon che avrà più tempo per convincere le compagnie di assicurazione o per tirar fuori di tasca propria una cifra tre volte più piccola. Senza considerare il fatto che nelle prossime ore farà il suo debutto a Wall Street la Trump & Media Technology Group, quella legata al social media Truth. Alla riapertura della Borsa dopo il weekend la notizia delle fusione con Digital World ha fatto salire le azioni di quest'ultima del 21%. Ai prezzi attuali, la quota di Trump è valutata attorno ai 3,5 miliardi di dollari, tuttavia dovrà aspettare sei mesi prima di poter vendere le sue azioni. "Ho un sacco di soldi", ha affermato 'The Donald' in una conferenza stampa a Manhattan.

"Voi sapete che ne ho tanti perché avete letto le mie dichiarazioni dei redditi", ha detto in tono sprezzante ai giornalisti. Nei giorni scorsi aveva rivendicato di possedere ben 500 milioni di dollari in contanti e che li avrebbe voluti spendere nella sua campagna elettorale. Due affermazioni contestate da un'indagine del New York Times secondo la quale Trump è in possesso 'solo' di 300 milioni di dollari in contanti e non versa soldi propri nella corsa alla Casa Bianca dal 2016. Sull'altro fronte giudiziario di giornata, quello del caso dei pagamenti alla pornostar Stormy Daniels per comprare il suo silenzio, il tycoon non ha ricevuto la notizia che aspettava.

Il giudice Juan Merchan, che aveva rinviato l'inizio del processo, ha stabilito adesso che comincerà il 15 aprile, in piena campagna elettorale. Gli avvocati dell'ex presidente avevano chiesto un rinvio di tre mesi o addirittura la cancellazione del procedimento tout court, ma i loro argomenti non hanno convinto Merchan che li ha accusati di "perdere tempo con argomenti inconsistenti contro la procura". Quello di Daniels, che sarà uno dei testimoni al processo, è un caso più imbarazzante che rischioso sia politicamente che in termini di potenziale condanna in carcere, rara per un incensurato per la falsificazione di documenti contabili. Ma nel caso Trump fosse ritenuto colpevole e venisse eletto presidente, non potrà concedersi la grazia, trattandosi di reati statali. Naturalmente, l'ex presidente si è scagliato contro la sentenza accusando la giustizia di "interferenza elettorale". "Un giudice corrotto vuole impedirmi di fare campagna elettorale", ha attaccato Trump definendo la scelta della data "un'ingiustizia". "Questo era un caso che avrebbe potuto essere presentato tre anni e mezzo fa e hanno deciso di aspettare ora, proprio durante le elezioni, in modo che io non possa fare campagna elettorale", ha incalzato.

Donald Trump si arricchisce: l'ex presidente arriva a valere 6,4 miliardi di dollari ed entra per la prima volta fra i 500 più ricchi al mondo del Bloomberg Billionaires Index. Quello che doveva essere un lunedì nero per l'ex presidente si è trasformato infatti in una giornata storica per la sua ricchezza. La cauzione che deve depositare per gli asset gonfiati è stata ridotta a da quasi 500 a 175 milioni di dollari e l'attesa quotazione della sua società media tramite spac, prevista per domani, gli frutterà miliardi di dollari rendendolo di fatto, almeno sulla carta, più ricco. 

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