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Soros scrive a Draghi: "L'Ue più forte di Mosca sul gas"

Soros scrive a Draghi: "L'Ue più forte di Mosca sul gas"

'Serve un leader per un progetto federale europeo'

ROMA, 25 maggio 2022, 08:30

Redazione ANSA

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George Soros - RIPRODUZIONE RISERVATA

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George Soros - RIPRODUZIONE RISERVATA

George Soros, il finanziere, filantropo campione della democrazia liberale e della 'società aperta' scrive a Draghi e incorona il premier italiano come leader europeo più capace di portare avanti il progetto per un'Europa federale. A partire dalla prova di forza sul gas, dove l'Europa, non la Russia, ha il coltello dalla parte del manico. "Gli ho scritto ieri una lettera in cui dico che l'Europa, che detiene i gasdotti, ha in realtà una posizione di forza maggiore rispetto alla Russia", ha detto Soros. Soros ha scritto proprio a Draghi in quanto leader europeo "in grado di far avanzare" le posizioni europee, e che ha "l'iniziativa, l'immaginazione, l'alta reputazione" necessarie per il braccio di ferro con Mosca e per per far avanzare un progetto federalista in Europa. "Non è l'unico leader, e in questo momento i politici europei sono in una fase creativa". Quello che serve "è un passo avanti verso un'Europa parzialmente federata, sarebbe un vantaggio enorme". 

"Putin - si legge nella missiva - sta chiaramente ricattando l'Europa minacciando di trattenere il gas, che ha messo a riserva piuttosto che alimentare le forniture all'Europa". I prezzi sono così saliti, facendo guadagnare la Russia, ma "la posizione negoziale di Putin non è forte come sembra e come Putin finge che sia: si stima che per luglio i depositi russi saranno al massimo, e l'Europa è il solo mercato di sbocco russo", con rischio che la Russia debba chiudere in Siberia circa 12.000 punti d'estrazione difficili da riaprire perché vetusti". L'Europa ha dunque una carta da giocare, secondo Soros: "è urgente che si prepari a usare il suo potere negoziale" e deve anticipare al massimo i preparativi per rendersi indipendente dalla Russia, prima della prossima stagione fredda, impedendo a Putin di chiudere i rubinetti finché tale mossa può fare ancora male. A quel punto, la strada indicata dal finanziere e filantropo di origine ungherese è "imporre una pesante tassa sulle importazioni di gas, in modo che il prezzo al consumo non scenda, ma la Ue guadagni un gettito in da usare per sostenere i poveri e investire in energia verde". In questo modo "la Russia non recupererà mai le vendite che ha perso" e l'Ue avrà dato un forte segnale di unità e assestato un colpo al "dittatore" di Mosca.

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