Primo passo per il rinnovo del consiglio di amministrazione Rai: i dipendenti della tv pubblica hanno rieletto Davide Di Pietro come loro rappresentante. L'esponente di IndigneRai era stato eletto una prima volta lo scorso novembre in sostituzione di Riccardo Laganà, scomparso lo scorso agosto. Degli altri sei membri, due saranno indicati dal governo, compreso l'amministratore delegato, e quattro eletti dalle due Camere. Tutti passaggi che avverranno dopo le elezioni europee.
"Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno votato - dice Di Pietro all'ANSA -, ma non posso non sottolineare che queste elezioni sono state caratterizzate dalla scelta della Cgil di esprimere una candidata che è esponente del Pd, connotando così politicamente la competizione. La Cgil ha appoggiato il ricorso al Tar per sostenere il principio dell'indipendenza dei consiglieri Rai e in coerenza non avrebbe dovuto presentare un candidato politico. A maggior ragione perché sui sette membri del cda, quello indicato dai dipendenti è l'unico che non dovrebbe essere espressione della politica"
C'è in Rai un allarme sui condizionamenti e sulle restrizioni della libertà d'informazione?
"L'informazione dovrebbe essere sempre libera da ingerenze politiche. Per farlo l'unico metodo è approvare quella riforma della Rai che proponiamo da tanto tempo, anche come IndigneRai. Ciò vale a maggior ragione dopo l'approvazione del Media Freedom Act, che contiene i principi di indipendenza che auspichiamo".
Quali sono i suoi obiettivi per il mandato?
"Contribuire alla modernizzazione dell'azienda con la trasformazione in media company che deve essere realizzata urgentemente per restare al livello di competitor italiani e stranieri. Per farlo serve un miglior utilizzo delle risorse interne e una riduzione degli sprechi. Spero che nei prossimi mesi si possa realizzare quanto previsto nel piano industriale in merito a questi due argomenti. Occorre creare un polo regia per evitare il ricorso ai collaboratori esterni, spesso strapagati, e un pool che ricominci a scrivere i format internamente, in modo da evitare il ricorso a società esterne di produzione, dove vanno a finire gran parte dei costi esterni".
E' preoccupato dall'uscita di alcuni big dalla Rai?
"Sinceramente credo che ci siano già state in passato fuoriuscite di big. La Rai è un'azienda solida, che ha tutte le carte in regola per rimanere leader nel settore radiotelevisivo. La Rai andrà avanti e i big torneranno".
Con la morte di Franco Di Mare è tornato l'allarme sull'amianto a Viale Mazzini.
"Franco Di Mare è stato un professionista di grande valore. Anche per onorare la sua memoria è necessario, come ho chiesto in cda, che vengano fornite tutte le informazioni e rassicurazioni necessarie sul tema dell'amianto, mettendo la salute dei dipendenti al primo posto. La ristrutturazione della sede di Viale Mazzini ha tempi contingentati nel piano immobiliare. Auspico che vengano rispettati e che, comunque, si agevoli lo smart working".
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