Nel nostro Paese "per l'87,3% degli
occupati sarebbe sbagliato mettere il lavoro al centro della
propria vita": da questo passaggio del rapporto 2024 del Censis
è partita l'analisi che si è svolta oggi, al Senato, in un
convegno a cui ha preso parte il presidente della Commissione
Lavoro della Camera Walter Rizzetto (FdI), che ha ricordato
l'indagine conoscitiva nell'organismo parlamentare che guida
sull'Intelligenza artificiale, perché "è necessario un approccio
strategico e lungimirante che metta al centro il benessere dei
lavoratori, investendo innanzitutto in formazione e
riqualificazione professionale".
L'ex ministro del Lavoro del M5s Nunzia Catalfo ha ricordato che
"prima dello scoppio della pandemia, ogni anno in Italia gli
occupati lavoravano in media 358,6 ore in più di quelli tedeschi
e 196,5 in più dei francesi", ma "da noi la produttività ha
registrato una crescita media annua dello 0,4% contro una media
Ue-27 del +1,5%, mentre i salari sono diminuiti del 2,9%".
A giudizio del capogruppo della Lega in Senato Massimiliano
Romeo "è indispensabile introdurre misure per consentire ai
lavoratori e alle lavoratrici di conciliare l'attività
professionale e la vita privata", e "dare ai cittadini strumenti
veri per favorire la natalità, visto che l'Italia è il Paese
europeo con i tassi di fecondità più bassi". Infine, per il
giuslavorista, fondatore di Lablaw e consigliere esperto del
Cnel Francesco Rotondi i dati del Censis mostrano "l'ineludibile
necessità di guardare al futuro ed in particolare a come
cambierà il lavoro con l'introduzione di innovazioni
tecnologiche ed organizzative che, certamente, lo renderanno
diverso da quello che conosciamo e forse anche più aderente ai
bisogni divenuti prioritari per l'individuo".
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