Assoimmobiliare, che rappresenta gli
operatori e gli investitori dell'industria immobiliare, e Ance,
l'Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, "esprimono
grande preoccupazione per gli effetti che il nuovo decreto
legislativo in materia di deducibilità degli interessi passivi
avrà sull'intera industria immobiliare: si annulla di fatto la
deducibilità integrale relativamente a finanziamenti ipotecari
sugli immobili destinati a locazione fino ad oggi vigente". Lo
si legge in una nota congiunta, in cui si precisa che il
riferimento è alle modifiche introdotte all'articolo 96 del
Testo unico delle imposte sui redditi.
Le due associazioni chiedono quindi alle istituzioni, "dopo
aver ponderato con attenzione le conseguenze, una correzione del
provvedimento, che altrimenti metterebbe a rischio investimenti
e crescita di tutta la filiera dell'industria immobiliare".
"Tale decreto, in via di pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale - spiegano Assoimmobiliare e Ance -, rappresenta un
segnale assai preoccupante che va a colpire duramente
un'industria, quella immobiliare e delle costruzioni, che
rappresenta una leva fondamentale al servizio dell'economia del
Paese e contribuisce in modo importante all'occupazione e per
circa il 18% al Pil dell'Italia, anche favorendo l'afflusso di
capitali internazionali. La minore deducibilità degli interessi
passivi impatterà pesantemente sul mercato delle locazioni di
immobili, siano questi ad uso uffici, commerciali o con altre
destinazioni d'uso, con un effetto negativo, in ultima istanza,
anche per le imprese affittuarie".
"La limitazione alla deducibilità - sostengono - genererebbe
un incremento della tassazione per le società immobiliari
stimabile in almeno 5-6 punti percentuali da aggiungere
all'aliquota Ires del 24%. Tale aggravio si aggiungerebbe
all'indeducibilità degli interessi passivi ai fini Irap previsto
dall'attuale normativa e al rilevante peso dell'Imu che già
gravano sugli investitori immobiliari, mettendo a dura prova la
pianificazione di ulteriori investimenti di sviluppo che, a sua
volta, in particolare per le imprese del sistema Ance,
pregiudica strutturalmente la futura domanda di costruzioni,
rischiando di deprimere così l'intero comparto".
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