Forte calo negli ultimi sei mesi
degli immobili messi all'asta: le procedure in corso a luglio
sono infatti 22.969, a fronte delle 33.304 rilevate lo scorso
gennaio. Il calo è del 31%, un'inversione di tendenza di
dimensioni inattese che interrompe la crescita registrata nelle
due precedenti rilevazioni: +5% nel luglio 2016, +10% a inizio
2017. Lo rivela il Rapporto semestrale sulle aste immobiliari
del Centro Studi Sogeea, che è stato presentato in Senato.
Un miglioramento della situazione, si rileva anche se, si
sottolinea, come sia ancora la fascia di reddito medio-bassa a
pagare il tributo più rilevante alla crisi decennale
attraversata dal Paese: il 66% delle case in vendita ha un
prezzo inferiore ai 100.000 euro, quota che sale addirittura
fino all'88% se si prendono in esame anche gli immobili
appartenenti alla fascia tra 100.000 e 200.000 euro.
Il calo degli ultimi sei mesi è generalizzato per tutte le
fasce di prezzo degli immobili e oscilla tra il -15% di quelli
compresi nell'intervallo tra 500.000 e un milione di euro e il
-41% di quelli con un valore oltre i 3 milioni di euro, passando
per il -33% di quelli fino a 100.000 euro, i più numerosi. A
trascinare il crollo del dato sulle abitazioni finite in vendita
forzata è stato il Nord del Paese, passato da 15.749 a 8.817
procedure (-44%).Assai consistente anche la riduzione
verificatasi nel Mezzogiorno (4.766 gli immobili attualmente
interessati, -34%), mentre più contenuta è stata la flessione
delle regioni centrali (-17%). Maggiori sofferenze, invece,
permangono nelle Isole: in Sicilia e Sardegna il fenomeno si è
addirittura accentuato, seppur in modeste proporzioni (4.503
case all'asta contro le 4.483 di sei mesi fa).
Poco meno di un quinto degli immobili oggetto dello studio,
pari a 4.438 unità, è localizzato in Lombardia, che mantiene
come sempre il primato in Italia e che è una delle tre regioni
con una percentuale a due cifre in rapporto al totale nazionale.
A seguire ci sono Sicilia (3.875) e Lazio (2.578). A livello di
province, invece, spiccano le 1.464 abitazioni in vendita
forzata di Roma, che precede Bergamo (1.336), Catania (1.111),
Palermo (1.076) e Brescia (1.000).
"Il quadro è meno preoccupante rispetto a quello di sei mesi fa
- ha spiegato nel suo intervento Sandro Simoncini, presidente di
Sogeea e direttore del Centro Studi -, anche se il numero delle
persone che vive il dramma di una casa posta in vendita forzata
rimane consistente. Sulla drastica diminuzione del dato possono
avere inciso almeno un paio di fattori: da una parte il
recepimento delle agevolazioni fiscali per le compravendite di
questo tipo; dall'altra il consolidamento della tendenza da
parte degli istituti di credito ad attenuare l'irruenza nei
confronti di chi si trova in una situazione di sofferenza
finanziaria".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA