"Nonostante i dati Istat di oggi
confermino un rallentamento dell'inflazione e una timida
accelerazione della crescita del Pil, gli italiani fanno fatica
a percepire un miglioramento delle condizioni economiche del
Paese. A pesare una percezione della situazione peggiore di
quella misurata, redditi che ancora non si adeguano alla recente
corsa dei prezzi e poca fiducia nel futuro. Come Coop ci siamo
impegnati per essere di aiuto. Abbiamo contenuto a più riprese
gli aumenti di prezzo diminuendo i nostri margini e abbiamo
rafforzato le iniziative di convenienza per le famiglie; più
recentemente abbiamo rinnovato il contratto nazionale della
distribuzione cooperativa con aumenti importanti per oltre
55.000 dipendenti. Ora sta alla politica predisporre un piano
lungimirante, non più procrastinabile, di crescita del Paese e
di difesa del potere di acquisto di ceti medi e ceti popolari",
così Marco Pedroni, Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale
Cooperative di Consumatori).
Stando ai recenti dati diffusi dall'Ufficio Studi Coop, la
differenza tra l'inflazione percepita e quella misurata, nel
2024 potrebbe aggirarsi intorno ai 9 punti percentuali (+1,3%
quella prevista nelle misurazioni statistiche e +10,3% quella
percepita), come se gli italiani avessero perso in un anno circa
3600 euro a famiglia. A questo si aggiunge il diverso andamento
di salari nominali e dei prezzi nel 2023, rispettivamente una
crescita del 2% per i primi e +7,7% dei secondi. Pessimismo
anche per il futuro, con solo il 55% degli italiani che
prevedono una crescita dei propri consumi nel 2024, contro il
67% dei tedeschi e il 58% dei francesi.
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