Sono 326mila le pensioni che l'Italia
paga all'estero, su circa 160 paesi, principalmente in Europa e
Nord America. In aumento il numero di quelle erogate in Asia,
Africa ed Est Europa, segno che i primi pensionati di questi
paesi che hanno lavorato in Italia stanno ritornando nei luoghi
di provenienza. Ma il nostro paese è ancora di gran lunga
beneficiario di pagamenti dall'estero. I dati emergono dal
convegno organizzato da Inps-Migrantes su "Italia, pensioni e
mobilità: storie di partenze e di ritorni". Le pensioni pagate
all'estero riguardano per il 56,1% l'Europa, seguita da Nord
America (22,8%), Oceania (10,7%), America meridionale (8,1%),
Africa (1,2%), Asia (0,6%), America Centrale (0,5%).Molte
pensioni nei luoghi di emigrazione del secondo dopoguerra sono
diventate pensioni di reversibilità, destinate a ridursi nel
tempo - come in in America meridionale dove le pensioni di
vecchiaia sono solo il 37% e quelle ai superstiti oltre il 60%,
con un'età media molto elevata. Nei paesi che in passato hanno
rappresentato le mete di migrazioni degli italiani, dunque, le
comunità di pensionati connazionali registrano un trend in forte
decremento, mentre è iniziata la liquidazione di pensioni di
"nuova generazione" - iniziate negli anni 2000 - in nuove
destinazioni. L'Asia e l'Europa sono le aree continentali con le
percentuali più elevate di pensioni di vecchiaia, superano in
tutte le aree il 60% del totale.
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