(di Chiara Scalise)
Andare incontro a chi è in difficoltà
con i pagamenti dei debiti fiscali, comprese le multe: governo e
maggioranza sono pronti a mettere in campo il primo tassello di
quello che immaginano come un nuovo patto fra l'amministrazione
finanziaria e i contribuenti. E così in commissione alla Camera
si accingono ad approvare un emendamento che fa salire da 60mila
a 120mila euro il limite delle cartelle per cui è possibile
chiedere il pagamento in 10 anni, vale a dire 72 rate, senza che
si debba "documentare la temporanea situazione di obiettiva
difficoltà".
La proposta di modifica, a firma del presidente della
commissione Finanze della Camera Luigi Maratti, punta anche a
far salire da cinque a otto il numero di rate non pagate dopo le
quali si decade dal piano di rateizzazione, che però non potrà
essere rinnovato.
Se su questo fronte il consenso che si è registrato è stato
all'insegna dell'unanimità in Parlamento, sul Superbonus invece
restano le fibrillazioni. I partiti attendono ancora di leggere
la versione definitiva dell'ennesima modifica ma - secondo
quanto raccontano i deputati - non vi è alcuna chance che si
riapra la discussione sulle proroghe. Le novità riguarderanno le
cessioni dei crediti, che saranno - così come anticipato -
ampliate ad altri soggetti oltre alle banche con la sola
esclusione dei consumatori privati. Ma c'è chi, soprattutto nel
M5s, non ci sta: il presidente della commissione Bilancio del
Senato Daniele Pesco se la prende con Draghi: "mette a
repentaglio come minimo 30 mila imprese e questo è
inaccettabile". E anche il ministro, sempre cinquestelle,
Stefano Patuanelli chiede un segnale forte: "E' assolutamente
necessario che si riapra la possibilità delle cessioni del
credito e che le banche facciano un'operazione di acquisto
massiccio".
E sempre il M5s perde la partita del termovalorizzatore di
Roma: la proposta che voleva limitare i poteri nella gestione
dei rifiuti del sindaco della capitale in modo da ostacolare la
realizzazione dell'inceneritore non è infatti passata in
commissione: la votazione è finita 22 a 14 e a votare a difesa
del nuovo impianto sono stati Pd, Iv, Lega e FI mentre FdI si è
astenuta.
Il primo via libera all'intero pacchetto di modifiche -
secondo il nuovo timing - è destinato ad arrivare entro venerdì:
il provvedimento infatti arriverà in Aula a Montecitorio solo
lunedì per poi passare al Senato con un esame blindato.
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