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Responsabilità editoriale di Advisor
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Le competenze finanziarie degli italiani rimangono limitate. Come emerge dalle rilevazioni dell'Osservatorio Consob sull’approccio alla finanza e agli investimenti delle famiglie italiane, contenute nella Relazione per il 2017 e relative all'anno precedente, nozioni di base quali inflazione, tasso di interesse semplice, relazione rischio - rendimento e di portafoglio sono oscure per la maggior parte degli intervistati (la percentuale di definizioni corrette oscilla infatti tra il 33 e il 53 per cento), mentre registrano livelli di comprensione significativamente inferiori (tra il 10 e il 18 per cento) concetti più sofisticati riguardanti talune dimensioni descrittive del rischi o di un prodotto finanziario, ricorrenti nell’informativa destinata ai risparmiatori.
"Accanto alle conoscenze finanziarie effettive è importante rilevare le conoscenze percepite, poiché i comportamenti e le attitudini all’investimento possono essere orientati anche (o solo) dall’autovalutazione" scrive Consob. In particolare, la relazione tra conoscenze effettive e conoscenze percepite presenta un disallineamento in circa il 40 per cento dei casi, che (soprattutto rispetto alle nozioni più sofisticate) si traduce prevalentemente in una sopravvalutazione della propria literacy. Secondo i dati contenuti nella Relazione, il 20 per cento dei decisori finanziari afferma inoltre di non avere familiarità con alcun prodotto finanziario, mentre il restante 80 per cento fa riferimento più frequentemente a depositi bancari, titoli di Stato e obbligazioni bancarie.
Il presidente della Consob, Mario Nava, nel suo discorso ai mercati, ha ricordato che la maggior parte degli italiani non ha un piano finanziario, né legge l’informativa finanziaria e quasi il 40 per cento investe senza comprendere."Il risultato è un quadro di percezioni soggettive che riducono la qualità delle scelte e di emotività e sfiducia che riducono la partecipazione al mercato finanziario" spiega Nava. Le persone devono essere messe in grado di oreintarsi tra strumenti servizi sempre più diversificati e, in un futuro non troppo lontano, tra prodotti sempre più innovativi e canali distributivi anche digitali".
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