Clemente ha quindi rilevato come "nel
settore finanziario che appare in generale attento ai rischi,
risultano maggiormente esposte alcune attività, quali il private
banking, i servizi di trasferimento di fondi, di cambio valute e
di moneta elettronica. Altri segmenti operativi vulnerabili sono
quelli dei professionisti legali e contabili, delle attività
immobiliari, del gioco".
"Un'elevata criticità - spiega - è associata all'utilizzo del
contante, specie nel commercio di beni di elevato valore e al
ricorso a prodotti emergenti legati alle applicazioni di nuove
tecnologie alla finanza (Fintech) quali le valute virtuali e le
piattaforme di crowdfunding".
Per il direttore della Uif quindi "criminalità organizzata,
corruzione ed evasione fiscale in un intreccio spesso non
facilmente intellegibile, si confermano anche nell'esperienza
della Uif, le minacce più significative che il sistema
antiriciclaggio è chiamato a prevenire ed intercettare nel
nostro paese". Clemente ha sottolineato poi come sta crescendo
"la complessità dei contesti corruttivi e i rapporti fra
corruttori e corrotti tendono ad allontanarsi dal modello
'provvedimento contro denaro' per diventare più organici e
dunque più difficili da individuare e sanzionare".
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