La revisione della direttiva sulle
case green approvata definitivamente dal Consiglio Ue "è un
tassello fondamentale del Green Deal europeo. La normativa mira
a promuovere gli interventi di efficienza energetica nel settore
edilizio, che nel nostro Paese costituisce ancora il 20% delle
emissioni nazionali legate all'energia. Un passaggio
obbligatorio se vogliamo raggiungere i target europei di
riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050 e contrastare la
povertà energetica che tutt'oggi affligge milioni di famiglie".
Lo scrivono Kyoto Club e Legambiente ricordano che entro il 2030
è previsto lo stop alle installazioni di caldaie a gas entro il
2030.
Nel testo si specifica che "almeno il 55% della riduzione del
consumo di energia primaria" debba essere ottenuto attraverso la
ristrutturazione degli "edifici residenziali con le peggiori
prestazioni" ossia quelli che "rientrano nel 43% dei casi con le
prestazioni energetiche più basse del patrimonio edilizio
nazionale". In poche parole, stiamo parlando di oltre cinque
milioni di costruzioni.
Secondo Kyoto Club e Legambiente, il via libera alla
revisione della Direttiva è sicuramente una buona notizia.
Tuttavia, alla legislazione vanno integrate diverse
disposizioni, e devono essere adottati diversi accorgimenti,
spiegano le due associazioni nel position paper che riguarda la
trasposizione della Case Green nell'ordinamento legislativo
nazionale.
I dubbi sollevati dal ministro dell'Economia e delle Finanze,
Giancarlo Giorgetti, a margine dell'approvazione finale -
contando anche che l'Italia aveva espresso parere favorevole
all'Epbd in sede di Consiglio Ue, prima di pronunciarsi contro
durante il voto finale - sono risolvibili.
Secondo Giacomo Pellini, responsabile comunicazione di Kyoto
Club, "È fondamentale che il Governo ed il Parlamento italiani
recepiscano quanto prima la revisione della Direttiva Epbd
nell'ordinamento legislativo per avviare la riqualificazione del
nostro patrimonio edilizio, vetusto ed inefficiente, e sostenere
le oltre due milioni di famiglie che vivono ancora in uno status
di povertà energetica".
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