"Tra il rinnovo del bonus di 200 euro
e un taglio dell'Iva sui beni necessari, riteniamo, a parità di
stanziamento, sia più utile il bonus, pur andando entrambe le
misure nella giusta direzione. In primo luogo perché il bonus
può essere destinato al ceto meno abbiente, con un reddito annuo
inferiore ai 35 mila euro lordi, mentre il taglio dell'Iva
riguarderebbe tutti, anche chi può fare a meno di questo aiuto,
disperdendo così risorse preziose e scarse". Cosi' Massimiliano
Dona presidente dell'Unione nazionale consumatori.
" Ma la seconda ragione - precisa Dona- è che un taglio
limitato ai beni necessari con Iva al 4% rischia di produrre un
effetto nullo sulle tasche dei consumatori. E' molto probabile,
infatti, che i commercianti, anche loro in grande difficoltà per
via degli aumenti dei costi di esercizio e del caro bollette,
non ritocchino in basso i loro listini a fronte di una riduzione
dell'Iva così bassa e di prezzi che stanno invece esplodendo,
non traslando sui loro clienti i possibili benefici del
provvedimento del Governo. Insomma, il taglio dell'Iva andrebbe
solo a loro vantaggio".
"Infine, intervenire sull'Iva anche più massicciamente, conti
dello Stato permettendo, sarebbe come tamponare con una mano
un'emorragia senza dare i punti che servono per chiudere la
ferita. Utile, può salvare anche la vita, ma non guarisce dal
male".
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