Nuovo taglio dei tassi da parte della Banca centrale russa, che abbassa il costo del denaro di 150 punti base, dal 9,5 all'8%.
"L'attuale tasso di crescita dei prezzi al consumo resta basso, contribuendo ad un ulteriore rallentamento dell'inflazione annua", scesa a giugno al 15,9%, dopo il 17,1% di maggio, e, secondo le stime al 15 luglio in ulteriore calo al 15,5%.
La frenata è stata "supportata dalle dinamiche del tasso di cambio del rublo e da una complessivamente modesta domanda dei consumatori", nonché da "un'ulteriore significativa riduzione nelle aspettative di inflazione di famiglie e imprese, tornata ai livelli della primavera 2021".
Sul fronte macro le condizioni esterne per l'economia russa restano "sfidanti e limitano significativamente l'attività economica" anche se "attualmente gli indicatori operativi mostrano che il declino dell'attività economica è più lento di quanto" si prevedesse a giugno. Nel suo scenario di base la Banca di Russia si attende un calo del pil del 4-6% nel 2022, seguito da una riduzione tra il 4 e l'1% nel 2023 e una crescita dell'1,5-2,5% nel 2024. Quanto all'inflazione l'attesa è per un aumento tra il 12 e il 15% nel 2022, tra il 5 e il 7% nel 2023 e del 4% nel 2024.
Il taglio dei tassi fa scivolare il rublo che perde terreno su tutte le valute e cede il 2,5% sul dollaro.
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