Sulla transizione energetica l'Italia
"è in ritardo" ma "sulla strada giusta": va cambiato "il modo
con cui abbiamo finora concepito l'energia". Ne è convinto l'ad
di Edison, Nicola Monti, intervenuto, insieme al direttore
scientifico di AsviS Enrico Giovannini, all'appuntamento di Voci
sul Futuro 2024, dialoghi che ASviS e ANSA organizzano in
occasione del Festival dello sviluppo sostenibile.
"Gli obiettivi al 2030 ci porteranno dal 40 al 65% di
componente di produzione rinnovabile all'interno del nostro mix.
Abbiamo investimenti molto importanti da fare nella produzione,
nell'efficientamento energetico, nel rinforzo delle reti, negli
accumuli elettrici", afferma. Per vincere questa sfida, tutte le
parti devono fare il loro ruolo, a partire dall'industria che
deve "mettere a disposizione capacità realizzative, di
innovazione e di sviluppo tecnologico e capitali" ma anche
consumatori e istituzioni: "C'è bisogno di avere visibilità
sull'andamento dei prezzi del lungo periodo e questo vuol dire
avere stabilità regolatoria. Alcune tecnologie hanno bisogno di
un sostegno in termini di incentivi. Le politiche devono essere
mirate verso quelle più promettenti che devono essere
industrializzate, bisogna fare scelte sulla base delle dinamiche
dell'evoluzione tecnologica a livello internazionale. E avere un
approccio neutro, utilizzare tutte le tecnologie che abbiamo a
disposizione". Puntare su una sola, secondo Monti infatti,
"rischia di crearci una dipendenza".
Edison, afferma, "ha intrapreso questo percorso da tempo
sviluppando nuove rinnovabili e pompaggi idroelettrici, ma anche
processi di decarbonizzazione dei consumi per le nostre attività
e quelle dei clienti, oltre a puntare su tecnologie innovative
come il nuovo nucleare e la cattura della CO2. Questo è il
nostro impegno per una transizione energetica che vogliamo sia
anche giusta e non lasci indietro nessuno".
Il percorso, però, non può essere svolto dai singoli Paesi.
"Abbiamo bisogno di piattaforme tecnologiche di scala europea.
C'è ancora lo spazio e il tempo per farlo, anche se su alcune
tecnologie credo che l'Europa abbia perso il treno, come
batterie e pannelli fotovoltaici", afferma Monti, secondo cui
sono fondamentali le "infrastrutture di collegamento energetico"
e le interconnessioni all'interno dei Paesi europei.
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