A oltre sei mesi dall'approvazione
del Pnrr si riconferma il consenso sul piano, come occasione
unica per il rilancio del Paese, ma emerge scetticismo sulla
capacità della riforma fiscale, per come attualmente impostata,
di raggiungere gli obiettivi prefissati. E' quanto emerge da
un'indagine di Ey e Swg, condotta su un campione di oltre 1.230
soggetti, tra manager e opinione pubblica, presentata durante
l'Ey tax day.
L'83% degli intervistati, contro il 92% di settembre 2021,
considera il Pnrr un'occasione unica per il rilancio del Paese.
"L'ottimismo rallenta - osserva Stefania Radoccia, managing
partner di Ey Tax & Law in Italia -. E' una sfida complessa che
richiede grande capacità di execution e ritmo nella messa a
terra delle riforme, a partire dal fisco, vere abilitatrici di
un Paese più attrattivo e competitivo a livello internazionale".
Gli italiani chiedono "un sistema fiscale stabile e affidabile
che consenta di programmare le attività anche nel medio periodo
- evidenzia lo studio -. È necessario dunque superare logiche
corporative di breve periodo e abbracciare la visione di un
fisco come infrastruttura di medio lungo periodo, a prescindere
dalle alternanze in termini governativi e politici". Secondo
l'indagine, per il 32% dei manager italiani la riforma del fisco
e della giustizia civile sono prioritarie per rendere l'Italia
più attrattiva per gli investitori stranieri. Per la stragrande
maggioranza di manager (85%) e popolazione (83%), la complessità
del sistema fiscale italiano è un ostacolo alla competitività
internazionale delle imprese italiane e ostacola l'ingresso di
imprese estere interessate a investire nel Paese. In
particolare, i manager (l'85%) chiedono maggiore stabilità della
normativa, limitazione della decretazione d'urgenza (69%),
coinvolgimento delle parti sociali nelle discussioni (58%) e
rafforzamento di organico e competenze dell'amministrazione
finanziaria (54%).
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