"Abbiamo chiesto
un'accelerazione sulle linee guida che il ministro Cingolani ha
prospettato per il Trentino per poter poi agire autonomamente
rispetto alle varie problematiche che ci sono". Così il
presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti,
a margine dell'incontro con i sindaci ed il commissario del
governo in cui è stato trattato il tema dei lupi. "Abbiamo posto
il tema della sicurezza pubblica e del rischio che c'è per la
presenza di lupi vicino ai centri abitati ed è accaduto negli
ultimi mesi in numerosi Comuni del Trentino. Non c'è solo il
problema del rischioo per l'economia agricola e di montagna ma
anche quello della sicurezza delle persone perché la vicinanza
alle case degli esemplari di lupo è sempre più frequente",
commenta Fugatti.
I lupi in Trentino sono attualmente circa un centinaio e sono
comparsi spontaneamente. Nel 2019 si contavano 13 branchi. Nel
2020 i branchi sono diventati 17, composti da un minimo di 3 ad
un massimo di 10 esemplari. Ci sono infatti tre possibili nuove
coppie nell'area di Campo Carlo Magno, in Val Campelle e nella
zona di Bedollo. Altri singoli esemplari sono stati
avvistatanche in Paganella e Bondone. Nella stagione appena
conclusa, il Servizio faunistico provinciale ha registrato oltre
400 denunce di possibili danni, da orsi e lupi, sull'intero
territorio, 250 delle quali si riferiscono al comparto
zootecnico. Nel 2020 7 lupi (4 maschi e 3 femmine) sono stati
investiti sulle strade e, in un caso, da un treno.
Già nel 2017, con la precedente, giunta provinciale, era
stata inviata una richiesta al ministero dall'allora assessore
all'ambiente Michele Dallapiccola, che aveva chiesto
l'autorizzazione all'utilizzo di proiettili di gomma per
allontanare alcuni lupi che si erano avvicinati alle abitazioni
a Canazei.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA