Piazza Affari si conferma brillante
(Ftse Mib +1,4% a 25.818 punti) al traguardo di metà seduta,
distanziando le altre piazze europee all'indomani della tornata
elettorale per le amministrative in 5 metropoli italiane. Un
primato dovuto non tanto allo spread, che si mantiene 2 punti
sopra quota 103, con il rendimento in calo dei 1,3
punti allo 0,815%, quanto invece alla corsa dei bancari Banco
Bpm (+3,86%), indicato come possibile polo aggregatore per
un'eventuale integrazione, e Unicredit (+3,46%), che sta
trattando in esclusiva l'acquisizione di parte di Mps (+2,9%).
Seguono Intesa (+3%), che le aggregazioni le ha già fatte, e
Bper (+3%). In luce Generali (+1,8%), Amplifon (+1,63%) ed Stm
(+1,44%), sulla scia delle previsioni per il 2022 della rivale
Infineon (+3,62% a Francoforte).
Acquisti anche su Stellantis (+1,46%), tra scambi fiume per
3,9 milioni di titoli passati di mano. La seguono Fineco
(+1,44%), Mediobanca (+1,35%), Nexi (+1,3%), Unipol (+1,3%) ed
Eni (+1,19%), favorita dal greggio (+1,17% a 78,53 dollari al
barile) a differenza di Pirelli (-0,34%). Segno meno anche per
Snam (-0,25%) e Tim (-0,23%). Tra i titoli a minor
capitalizzazione in evidenza la Roma (+11,44%) per il rialzo e
Ovs (-9,06%) per lo scivolone.
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