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Mediaset: l'ottovolante che ha portato a inchiesta

Mediaset: l'ottovolante che ha portato a inchiesta

Dopo no Vivendi a Premium titolo -20%, in dicembre boom del 67%

MILANO, 24 febbraio 2017, 13:21

Redazione ANSA

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Arnaud RoyDe Puyfontaine - RIPRODUZIONE RISERVATA

Arnaud RoyDe Puyfontaine - RIPRODUZIONE RISERVATA
Arnaud RoyDe Puyfontaine - RIPRODUZIONE RISERVATA

Queste le tappe che hanno portato la Procura di Milano ad aprire, dopo un esposto di Fininvest, un'inchiesta per aggiotaggio (manipolazione del mercato) sull'andamento del titolo del Biscione.
    26 LUGLIO - Vivendi comunica di voler rivedere il contratto firmato in aprile per l'acquisto di Mediaset Premium, che prevedeva uno scambio azionario paritetico tra il Biscione e il gruppo media francese del 3,5%, un accordo che preparava una forte alleanza industriale e anche azionaria. La proposta della società transalpina, della quale il primo azionista è ampiamente il gruppo familiare guidato da Vincent Bolloré, è ora di rilevare solo il 20% della pay tv e di salire in tre anni al 15% di Mediaset. Almeno da giugno Vivendi aveva fatto capire che non intendeva più onorare il contratto alle condizioni pattuite, ricevendo un sostanziale rifiuto a rivedere gli accordi. Il titolo Mediaset crolla subito in Borsa, chiudendo a fine giornata in calo del 10% a 3 euro.
    2 AGOSTO - Dopo sette sedute si conclude il trend di forte discesa del titolo Mediaset, che in tutto - dopo aver già perso il 22% nei giorni post Brexit - dall'emersione dei contrasti con Vivendi ha perso circa il 20% a un prezzo di 2,59 euro, sui minimi da quasi due anni. Nei mesi successivi il Biscione vive una fase di attesa e di progressiva debolezza, fino al 28 novembre, quando tocca il minimo da tre anni e mezzo a quota 2,236 euro. Il titolo Vivendi appare sostanzialmente neutro a tutta la vicenda.
    Dall'1 al 9 DICEMBRE - Il titolo Mediaset comincia a muoversi in progressivo rialzo: sono probabilmente i giorni nei quali Vivendi concretizza, senza che apparentemente il Biscione se ne accorga, gli acquisti della azioni del gruppo televisivo italiano sul mercato, con il titolo salito del 20% a 2,75 euro.
    12 DICEMBRE - Vivendi esce allo scoperto e comunica di aver superato la soglia del 3% del capitale sociale di Mediaset "fino a diventare, ove possibile, il secondo maggiore azionista industriale con una partecipazione che, in un primo tempo, potrebbe rappresentare tra il 10% e il 20% del capitale".
    Fininvest definisce la scalata ostile. Il giorno dopo il titolo del Biscione in Piazza Affari decolla, tra continue sospensioni in asta di volatilità e il maggior rialzo dalla quotazione in Borsa: la giornata finisce con un aumento del 31% a 3,58 euro.
    Fininvest si difende e sale al 39,7% del gruppo televisivo. 14 DICEMBRE - Emerge che la procura di Milano ha aperto un'indagine a carico di ignoti per manipolazione del mercato in seguito a un esposto presentato il giorno prima da Fininvest contro il gruppo francese. L'indagine è affidata dal procuratore Francesco Greco all'aggiunto facente funzione del pool reati finanziari Fabio De Pasquale e coordinata anche dai pm Stefano Civardi e Giordano Baggio. Gli accertamenti verranno svolti dalla Guardia di Finanza. Mediaset e Fininvest nei mesi precedenti avevano avviato cause civili per l'esecuzione del contratto su Premium e per danni, con la prima udienza fissata il 21 marzo prossimo.
    21 DICEMBRE - In Borsa si ferma la fase di boom del titolo del Biscione, che arriva a quota 4,56 euro, il massimo da un anno e tre mesi. Nei giorni precedenti erano giunte diverse dichiarazioni del governo critiche sulla scalata francese e una presa di posizione dell'Agcom sul possibile veto a detenere sia la quota di controllo di Telecom (Vivendi ne ha oggi il 23,9%) sia quella di Mediaset nella quale i francesi sono saliti progressivamente (oggi si trova al 28,8% del capitale e al 29,94% in diritti di voto). In totale Mediaset in sette sedute ha guadagnato il 67%.
    11 GENNAIO - Il titolo vive una fase di attesa, che prosegue tuttora poco sotto la soglia dei quattro euro, e il mediatore principale per la firma del contratto su Premium, Tarak Ben Ammar, consigliere di amministrazione di Vivendi e di Telecom, viene sentito per cinque ore dai pm titolari dell'inchiesta come persona informata sui fatti. Nella stessa veste viene riascoltato una settimana dopo. La procura si fa consegnare dalla Consob le carte delle audizioni di Mediaset e Vivendi ma è evidente che, se vorrà sentire i vertici del gruppo francese e poterne utilizzare nel caso i verbali, è necessario iscriverli nel registro degli indagati.
   

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