/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Pronto decreto 'taglia burocrazia' per grandi opere

Pronto decreto 'taglia burocrazia' per grandi opere

Al rush finale anche partecipate, verso stop buonuscite 'facili'

ROMA, 10 luglio 2016, 12:58

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

I decreti Madia sul riordino delle partecipate e sull'acceleratore per le grandi opere sono vicini al traguardo. Dopo il via libera, seppure con paletti, di Camera e Senato i provvedimenti attuativi della riforma della Pubblica Amministrazione aspettano solo di passare in Consiglio dei ministri, entro luglio. Nel frattempo il Governo sta studiando come recepire le condizioni poste dal Parlamento. Sul testo che dimezza i tempi della burocrazia per i progetti, pubblici o privati, considerati strategici, si preannuncia un lavoro senza intoppi, con il riconoscimento di un ruolo più rilevante per le Regioni. Quanto al provvedimento che mira a sfoltire le società a partecipazione pubblica l'operazione è più complessa vista la lunga serie di cambiamenti chiesti da deputati e senatori. L'esecutivo sta cercando di tenere conto di tutti i suggerimenti e non ci dovrebbero essere problemi per l'accoglimento delle richieste sull'estensione della platea dei manager interessati dai tetti agli stipendi e sullo stop alle buonuscite 'facili'. Di certo il quadro sembra essersi definito per lo 'sblocca opere', con il Governo intenzionato a far sue le proposte avanzate delle camere nei pareri. I punti cardine del decreto stanno nella sforbiciata dei tempi, fino al 50% in meno, per le procedure amministrative e nella possibilità di ricorrere ai poteri sostitutivi del premier in caso di stallo. Rispetto al testo originario, Montecitorio e palazzo Madama chiedono che nell'individuazione dei progetti (ogni 31 marzo dovrà essere stilata un'apposita lista) siano "sentiti i presidenti delle Regioni interessate". Il coinvolgimento delle realtà territoriali viene inoltre caldeggiato per ogni tipo di situazione e non solo quando è escluso "il preminente interesse nazionale alla realizzazione dell'opera". Sempre con lo scopo di dare più voce agli enti locali, viene inserita come condizione la messa a punto in Conferenza unificata di una griglia con "i criteri per la selezione dei progetti" a cui riconoscere l'iter sprint. Poi, in linea con quanto previsto nella delega Madia, si chiede di chiarire che "i poteri sostitutivi" siano attribuiti al premier "previa delibera del Consiglio dei ministri". Sulle partecipate l'aggiustamento del testo appare più laborioso, visto il numero e il peso delle correzioni indicate dal Parlamento. Si va da un ammorbidimento dei divieti per il conferimento di incarichi a chi è già dipendente pubblico a una definizione del danno erariale che mira a colpire la 'malagestio', da una gestione su base regionale del personale delle società da chiudere (i sindacati stimano circa 150 mila esuberi) a un'ulteriore stretta sugli stipendi, che includa anche i manager delle società a partecipazione rilevante e non dominante. Tra le novità che potrebbero arrivare c'è anche il divieto di buonuscite per coloro che alla fine o anche prima della fine del mandato sono nominati amministratori in altra società a controllo pubblico.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza