Con la fusione Bpm-Banco "non ci
sarà alcun problema per quanto riguarda i dipendenti, non ci
sarà alcun licenziamento: chi uscirà è perché vorrà partecipare
ai fondi di solidarietà" che poi è il sistema finora "utilizzato
sempre dal Banco Popolare". Lo afferma l'a.d. del Banco, Pier
Francesco Saviotti, nella conference con gli analisti,
aggiungendo che "subito dopo Pasqua partirà la redazione del
piano industriale" per la fusione e "nel giro di un mese" sarà
all'"attenzione dei regolatori, non avremo difficoltà".
Il consigliere delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, spiega
invece che "ci posizioneremo al 12,5% di Cet 1 phased-in (uno
dei principali indicatori di solidità del capitale), più o meno
al livello del primo 'peer' che è al 13%", aggiunge facendo
riferimento, ma non citandola, a Intesa SanPaolo. "Avremo un
tasso di copertura delle sofferenze al 62,1% e del totale dei
crediti deteriorati al 48,5%, superiore al primo peer", ha
concluso Castagna.
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