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Air France: un anno di scontri sul piano di rilancio

Air France: un anno di scontri sul piano di rilancio

Da maxi sciopero di settembre 2014 a mancato accordo con piloti

PARIGI, 05 ottobre 2015, 19:11

Redazione ANSA

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 Si chiama 'Perform 2020', e negli obiettivi di Air France-Klm doveva essere il primo passo per il ritorno agli utili e alla crescita organica. Ma il piano strategico di rilancio presentato a settembre dello scorso anno dal gruppo franco-olandese si è presto trasformato in una fonte di discordia e aspri scontri, in particolare con i piloti francesi, preoccupati per le loro condizioni di lavoro.
   

La battaglia si è ufficialmente aperta il 15 settembre 2014, quando i sindacati maggioritari dei piloti Air France hanno indetto uno sciopero a oltranza per protestare contro alcuni punti del piano, e in particolare il potenziamento della filiale low cost Transavia. I tentativi di mediazione da parte dei vertici della compagnia erano stati numerosi, anche con l'assistenza del governo, ma l'agitazione era proseguita per 14 giorni (un record per l'aviazione francese), lasciando a terra quotidianamente tra il 40% e il 60% dei voli.
   

L'impatto sui conti del gruppo, che puntava a chiudere l'esercizio in attivo, è stato pesante: circa 500 milioni di euro in meno nel risultato operativo, passato così da un potenziale utile di oltre 300 milioni a un rosso di 129 milioni, e una perdita netta di 198 milioni di euro. Air France-Klm ha però mantenuto l'obiettivo di riportare i conti in nero nel 2015, accelerando gli sforzi di riduzione del costo unitario, dell'1,5% annuo per tre anni e proseguendo il "lavoro sulla produttività" e il costo del personale. Proprio su quest'ultimo punto, però, il processo si è di nuovo arenato di fronte all'ostilità dei sindacati dei piloti, che non hanno trovato un accordo con i vertici aziendali su aumento dell'orario di lavoro e compensazione. Una rottura che ha portato la compagnia ad annunciare, il 1/o ottobre scorso, la necessità di un ulteriore taglio a costi, investimenti e personale, le cui cifre sono state rese note oggi: 10% di attività a lungo raggio in meno, calo del 2% della capacità, chiusura di 5 rotte e stop a 35 collegamenti settimanali, e soprattutto 2.900 esuberi, di cui 300 per i piloti, 900 per il personale navigante e 1.700 per quello a terra. 

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