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Squinzi, Italia punti su imprese e avanti con riforme

Squinzi, Italia punti su imprese e avanti con riforme

Al Corrtiere: 'Leggi chiare, puntare su imprese Reati ambientali e falso in bilancio, distinguere errore e dolo'

ROMA, 15 marzo 2015, 09:34

Redazione ANSA

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Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Il quadro è cambiato, in 12 mesi si sono fatte molte cose e ancora di più ne sono state annunciate. Il problema è proprio questo: devono essere attuate. Il compito è pesante lo so. Ma attenzione a sperare che sia qualcun altro a trainarci verso la ripresa", che "molti settori annusano, ma un conto è non essere in recessione, un conto è avere una buona crescita attorno al 2%". Per il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, intervistato in apertura di prima pagina dal Corriere della Sera, "si deve andare avanti con le riforme, dare certezze agli imprenditori e, soprattutto, non avere pregiudizi verso chi fa impresa".

    "Renzi ha avviato molti processi positivi, smuovendo nel nostro Paese situazioni bloccate da un quarto di secolo, onore al merito. Ma altra cosa è attuare ciò che si dice e le riforme", dice Squinzi, secondo cui "sarebbe un errore non sfruttare la situazione generale".
    Il riferimento è al quantitative easing, la dimostrazione che "pensando all'Europa come una cosa sola e non come una sommatoria di Paesi si possa agire per il bene comune", osserva Squinzi. "Mi sembra poco lucido chi pensa di uscire dall'euro.


    Se accadesse, il Pil si ridurrebbe di colpo del 30%. Serve più Europa non meno Europa", ad esempio "livelli fiscali comuni".
    Nell'intervista Squinzi critica le norme sui reati ambientali e il falso in bilancio. Sulle prime, "se passasse l'impostazione attuale che non distingue tra chi ha un incidente e si attiva subito per riparare e chi inquina per scelta criminale, sarebbe come affermare che gli imprenditori sono malfattori per definizione". Sul secondo, "anche qui per quale motivo non si distingue tra errore e dolo, vogliamo dare ai magistrati la licenza di uccidere le imprese? Leggi chiare e poco discrezionali avvantaggerebbero per primi i magistrati".

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