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A Firenze gli Stati generali della diplomazia culturale

A Firenze gli Stati generali della diplomazia culturale

Tajani riunisce 86 Istituti italiani e i ministri competenti

ROMA, 12 ottobre 2023, 10:55

Redazione ANSA

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 I direttori e le direttrici degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo, enti pubblici e organismi privati per la promozione della cultura e della lingua italiana all'estero si riuniscono per tre giorni a Palazzo Vecchio a Firenze per gli Stati generali della diplomazia culturale.

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"Uno strumento strategico al servizio dell'interesse nazionale, su cui dobbiamo puntare per alimentare l'attrattività e la capacità d'influenza dell'Italia nel mondo", sottolinea il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che apre la kermesse. "L'economia culturale vale 90 miliardi di euro con una ricaduta occupazionale di circa 1,5 milioni di posti di lavoro", ricorda il responsabile della Farnesina spiegando di aver "voluto convocare a Firenze degli Stati generali della diplomazia Culturale con gli 86 Istituti Italiani di Cultura e i ministri competenti con un approccio di sistema Paese: dobbiamo realizzare, grazie alla diplomazia culturale, un grande processo di internazionalizzazione e di investimento italiano all'estero, basato non solo sulla vendita di beni ma anche sull'esportazione di servizi culturali".


    I lavori, che si svolgono dal 9 all'11 ottobre, si aprono con i saluti istituzionali del sindaco di Firenze, Dario Nardella, seguiti dagli interventi di Tajani e delle autorità politiche competenti nella valorizzazione e tutela del patrimonio e della produzione culturale: dal ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, a quello del Turismo, Daniela Santanchè, dal sottosegretario del ministero della Cultura, Gianmarco Mazzi, a quello dell'Istruzione e del Merito, Paola Frassinetti.
    I lavori sono articolati tra sessioni tematiche sugli obiettivi della diplomazia culturale come strumento di affermazione dell'interesse nazionale e sessioni di carattere operativo che aiutino a incrementare l'efficienza nella gestione degli Istituti Italiani di Cultura.

La diplomazia culturale batte al ritmo dei giovani 

 Musica, sport e videogame. Strumenti per avvicinare i giovani del mondo all'Italia. Al centro della seconda giornata degli Stati generali della diplomazia culturale in corso a Firenze la parola d'ordine è diversificazione, grazie alla quale raggiungere e far dialogare le diverse generazioni che si affacciano agli 86 Istituti italiani di cultura sparsi nei vari Paesi. Un ruolo fondamentale è quello giocato da giovani direttrici e direttori. "La missione degli Istituti è arrivare a tutte e a tutti, essere inclusivi sotto qualsiasi tipo di aspetto", ha raccontato Serena Alessi dell'Istituto de La Valletta, a Malta, che ha da poco dato vita a un dj set di musica elettronica in collaborazione con un locale del Paese. Un evento "facile da organizzare" che va oltre il semplice intrattenimento, grazie "al momento di formazione dove abbiamo parlato di musica elettronica, di cos'è quella di qualità in Italia". Una strada simile seguita anche a Montreal, in Canada, attraverso la collaborazione con festival e università. L'idea, ha spiegato il direttore Sandro Cappelli, "è quella di un centro molto forte su realtà aumentata, videogame e arte contemporanea in generale, con una spinta verso l'audiovisivo". Ma non c'è solo la produzione artistica contemporanea. La sfida degli Istituti di cultura è anche saper rendere più intrigante e appetibile l'arte tradizionale come la pittura, la scultura e la lirica che sono parte del patrimonio storico italiano. Presentarli in modo nuovo e innovativo, "anche con l'uso di nuove tecnologie", ha insistito Alessandro De Pedys, Direttore generale per la diplomazia pubblica e culturale. Un lavoro che "è certamente più nelle corde di un direttore giovane che di un direttore anziano, perché sono nativi digitali e su queste tecnologie sono molto avanti". Una missione che si è compiuta a Edimburgo con il progetto Farnesina Digital Art Experience, già sperimentato a Roma, ma riproposto in salsa scozzese. "Abbiamo illuminato uno dei monumenti iconici della città di Edimburgo, il National monument, con uno spettacolo di arte digitale che ha fatto il giro dei social, in particolare di Instagram", ha illustrato la direttrice dell'Istituto Chiara Avanzato. Le immagini illuminate di quadri e pitture scozzesi, animate dalla voce di Maria Callas, hanno creato un'atmosfera impossibile da non voler condividere con i propri follower. Non soltanto fruitori, dunque, ma sempre più spesso anche "influencer culturali" del nostro Paese nel mondo, ha sottolineato Avanzato,: "I giovani italiani suscitano curiosità sul nostro territorio, sulla nostra tradizione". Le nuove tecnologie cambiano il modo di produrre arte, ma anche quello di goderne. Cinema, calcio, musica non si vivono più come un tempo, "oggi li fruiamo sul cellulare, sul tablet, e la cultura non fa eccezione", ha rimarcato Filippo La Rosa, Direttore Centrale per la promozione della cultura e della lingua italiana. Il linguaggio digitale permette di portare all'estero anche un patrimonio che non è trasportabile "come i mosaici che sono nelle pareti delle nostre basiliche o nel suolo dei nostri parchi archeologici". Ma ci vogliono formazione e risorse in più, "sia finanziare che di personale" perché solo così - è convinta la direttrice dell'Istituto di Bucarest, Laura Napolitano - si potrà rispondere alla grande ambizione che queste istituzioni hanno.

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